I sindacati che non vogliono l'abrogazione della Riforma Moratti

Cisl, Uil e Snals:

no al "punto a capo".

Tuttoscuola, 21/2/2006

 

Pur molti critici verso la politica scolastica del governo Berlusconi, i sindacati scuola aderenti a CISL, UIL e SNALS-CONFSAL non seguono la CGIL sulla linea della abrogazione secca della riforma Moratti, rilanciata dal sindacato del riconfermato segretario Enrico Panini in occasione del congresso di fondazione della FLC (Federazione Lavoratori della Conoscenza), nato dalla fusione della CGIL scuola con lo SNUR-CGIL, sindacato dell’Università e della Ricerca.

Il segretario della CISL Scuola Francesco Scrima lo ha fatto capire osservando, in margine ai lavori della FLC-CGIL, che "i congressi sono importanti luoghi di verifica e progettazione di strategia", ma che per quanto riguarda il futuro "ci confronteremo per trovare una linea unitaria che rivendichi il ruolo strategico della scuola e valorizzi il suo personale".

Più esplicito Massimo Di Menna, segretario della UIL Scuola, che commentando a sua volta il congresso della FLC-CGIL si è dichiarato "preoccupato dell’attuazione di una politica del 'punto e a capo' rispetto alla legge 53", perché "abrogare tout court la riforma creerebbe ulteriori incertezze e timori nelle scuole e nelle famiglie che si troverebbero di fronte ad una ulteriore grande terza riforma". Meglio sarebbe, secondo Di Menna, aprire un ampio dibattito nelle scuole "fissando alcuni paletti: l’obbligo scolastico a 16 anni, una istruzione tecnica modernizzata e una istruzione professionale statale".

Anche lo SNALS, nel corso di un convegno nazionale organizzato la scorsa settimana a Roma, ha messo l’accento sulla necessità che le forze politiche avviino "una comune riflessione perché quale che sia la maggioranza che sosterrà il prossimo governo, si trovino le più ampie intese possibili", dato che, ha osservato il segretario Gino Galati, "il cambiamento non può comportare modifiche continue che darebbero come risultato un’insopportabile situazione di stallo".