ItaliaOggi mette a confronto i programmi
di Unione e Casa delle libertà anche sulle professioni.

Ricerca, la sinistra dice nì ai privati.

I finanziamenti statali devono prevalere su quelli delle imprese

ItaliaOggi del 10/2/2006

 

Prodi e la sua coalizione, cioè l'Unione, tireranno giù le carte sui programmi elettorali solo sabato, ma ItaliaOggi è in grado di anticipare alcuni contenuti, in particolare sulle parti relative agli interventi sulla ricerca scientifica e le libere professioni. Programma che, pur partendo, in maniera speculare, da principi simili a quelli sanciti anche della Casa delle libertà, almeno sui punti chiave, trova soluzioni almeno in parte divergenti. Per esempio, in materia di ricerca a destra così come a sinistra, sono tutti concordi nel ritenere l'università e la ricerca fattori strategici per lo sviluppo di un paese. Per la Casa delle libertà però vanno intercettate le risorse per il rilancio, soprattutto dai privati. Opinione che già l'attuale ministro dell'istruzione, università e ricerca, Letizia Moratti, ha cercato di tradurre nei fatti. Di tutt'altra opinione l'opposizione, nel cui programma fanno capolino gli investimenti privati in favore di università e ricerca, ma soltanto in concorso con un massiccio tasso di investimenti pubblici, non certo in sostituzione o in alternativa ad essi. Un equilibrato rapporto tra finanziamenti pubblici e privati è insomma la condizione perché non siano compromesse l'autonomia, l'indipendenza e l'autodeterminazione della ricerca e dell'intero mondo degli studi superiori. Tra i punti caldi del programma dell'Unione, riaprire le porte della ricerca pubblica ai giovani talenti italiani, incentivando l'assunzione degli stessi negli enti pubblici e di ricerca. Il programma della sinistra indica poi come necessario un vero e proprio statuto del ricercatore che ne valorizzi la figura, ne definisca i diritti, ne privilegi il merito, ne promuova le opportunità a cominciare dalla mobilità internazionale. Sullo sfondo di tutto questo, lo schieramento di sinistra propone poi di introdurre un incentivo fiscale per le imprese che assumono giovani dottori di ricerca. Sul fronte professioni, non essendo ancora disponibile il programma completo della Cdl, ci si orienta con quello presentato il fine settimana scorso da Alleanza nazionale. Che, a differenza dell'Unione, ha una posizione diametralmente opposta sul tema delle tariffe: vanno mantenute a tutela della qualità della prestazione offerta dal professionista, mentre per l'Unione vanno abolite, almeno nei minimi, tranne nei casi delle attività riservate, e il divieto di pubblicità e di informazione al pubblico.