INDAGINE ITALIAOGGI/
Le domande di pensionamento per il 2006 potrebbero sfiorare le 45 mila.

Docenti stanchi in fuga dalla scuola.

Boom per le superiori, pesano le riforme Maroni e Moratti

ItaliaOggi del 7/2/2006

 

Si sta trasformando in un torrente in piena la corsa del personale della scuola verso la pensione. Potrebbero essere, infatti, tra i 40 e i 45 mila i dirigenti scolastici, i docenti e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario che, potendo fare valere alla data del 31 dicembre 2006 un'età anagrafica non inferiore a 57 anni e una contribuzione utile a pensione di almeno 35 anni ovvero un'età anagrafica di 60 anni, se donne e 65 se uomini unitamente a una contribuzione non inferiore a 20 anni, cesseranno dal servizio dal 1° settembre 2006 per dimissioni volontarie o per raggiunti limiti di età e/o di contribuzione. Alla predetta cifra vanno inoltre sommate alcune migliaia di cessazioni dal servizio per altre cause (motivi di salute, licenziamenti, inidoneità).
È quanto si ricava da un'indagine condotta nei giorni scorsi da ItaliaOggi su un campione di province ( in tabella le più significative).

Se i dati registrati nelle province campione dovessero trovare riscontro anche su scala nazionale, a settembre del 2006 si assisterebbe a un esodo quale non si registrava dal lontano 1997, anno nel corso del quale i pensionamenti furono complessivamente oltre 50 mila.

Sarebbe, pertanto, la conferma che si è in presenza di una corsa verso la pensione. Una corsa che è iniziata nel 2005 e che presumibilmente raggiungerà l'apice il 1° settembre 2007. Sarà quella l'ultima finestra utilizzabile dal personale scolastico che rimanendo in servizio ha il timore di incappare nelle nuove norme previdenziali che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2008, sia quelle già definite che quelle in gestazione tra le quali le modifiche al sistema di calcolo per effetto della omogeneizzazione dei trattamenti pensionistici prevista dalla legge 23 agosto 2004, n. 243, più nota come legge Maroni. Sulla scelta, pesano anche i nuovi impegni imposti dalla riforma Moratti, soprattutto alle superiori: nuovi oneri a fronte dei quali non ci sono nuovi compensi. Dall'analisi dei dati relativi alle province campione utilizzate da ItaliaOggi, e da una proiezione degli stessi su scala nazionale, un dato balza subito all'occhio del ricercatore: dei 40/45 mila pensionandi, oltre 30 mila sarebbero docenti, una cifra questa che rappresenterebbe il 26% dei 115 mila docenti che, sempre alla data del 31 dicembre 2006, risultano avere maturato i requisiti di anzianità e di contribuzione richiesti. La parte del leone spetterebbe ai docenti degli istituti di istruzione secondaria che avrebbero chiesto di cessare dal servizio in misura addirittura doppia rispetto allo scorso anno. Seguirebbero a ruota quelli in servizio nelle scuole medie e nelle scuole elementari. Anche tra il personale amministrativo, tecnico e ausiliario il numero di quanti hanno chiesto di essere collocati a riposo potrebbe risultare essere superiore del 50-60% rispetto a quello andato in pensione all'inizio del corrente anno scolastico. Per i dirigenti, la proiezione su scala nazionale ha rilevato dalle province campione indica un numero di poco superiore a quello registrato nel 2005. Si tratta, tuttavia, di un dato per difetto tenuto conto che i dirigenti scolastici hanno tempo fino a maggio per presentare domanda di dimissioni.