I dubbi dell’Unione:

riforma Moratti da buttare, anzi no .

Il Giorno del 17/2/2006

 

Nei programmi elettorali le politiche della scuola vengono affrontate da due schieramenti in modo divergente. I partiti della Casa delle Libertà sono tutti ancorati alla legge di riforma 53/2003 e ai conseguenti decreti delegati emanati dalla Moratti. L’impegno semmai è quello di dare effettiva esecuzione alla normativa e di procedere, d’intesa con le Regioni, alla definizione degli aspetti controversi per l’avvio della riforma al 1° settembre 2007 degli istituti secondari di 2° grado.

 Incerto si presenta invece lo schieramento di centro-sinistra nel quale convivono due contrastanti posizioni. Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Comitato “fermiamo la Moratti” puntano all’abrogazione secca della legge 53.

I Democratici di sinistra e la Margherita manifestano una posizione più pragmatica e moderata. Esprimono infatti forti critiche nei confronti dei testi elaborati dalla Moratti, ma sono orientati a procedere attraverso emendamenti e aggiustamenti alla legge di riforma soprattutto in quelle parti contestate dai sindacati (il tutor, il portfolio) e dalle Regioni (il doppio canale).

Infine la “Rosa nel pugno” ha sollevato il superamento del concordato con la Chiesa che disciplina il delicato tema dell’insegnamento della religione cattolica ed ha aspramente criticato, nel recente congresso, la legge sulla parità scolastica approvata nella passata legislatura dal governo di centro-sinistra.

I repubblicani e i partiti di Di Pietro e di Bobo Craxi sembrano al momento defilati.

Dunque le strategie almeno appaiono contrapposte e difficilmente consentono a Prodi di operare una efficace sintesi. Nel programma (le famose 281 pagine) prevale la linea DS–Margherita. Non a caso Bertinotti, Diliberto e Pecoraro Scanio hanno subito criticato il testo, mentre Prodi in una recente intervista ha detto che alcune parti della legge Moratti sono da salvare. Nel definitivo ed ufficiale programma elettorale una formulazione ondivaga che consenta di trovare unanimi consensi verrà sicuramente formulata.

Più difficile sarà arrivare a mediazioni nelle aule del futuro Parlamento, sempreché lo schieramento del centro-sinistra conquisti la maggioranza.