Addio agli anticipi,

se l’Unione vincerà.

da Tuttoscuola, 14/2/2006

 

Nel programma dell’Unione, nell’ampio capitolo dedicato alla scuola, a proposito del segmento 0-6 anni, si afferma, tra l’altro, di voler "potenziare l’offerta educativa, progettandola in un’ottica di continuità. Vogliamo inoltre incrementare fortemente l'offerta quantitativa e l’utenza degli asili nido entro la fine della legislatura, e generalizzare la scuola d’infanzia abolendo la norma sugli anticipi per le iscrizioni alla scuola dell’infanzia ed elementare".

Gli anticipi di iscrizione, sia alla scuola primaria che alla scuola dell’infanzia, non verrebbero più previsti, bloccando a tutti gli effetti la norma introdotta dalla riforma Moratti.

Se ciò avverrà, senza bloccare gli anticipi previsti dalle iscrizioni scolastiche per il 2006-2007, tutto tornerà come prima, ma nel frattempo almeno 160 mila alunni attualmente presenti nella scuola primaria, continueranno a tenersi l’anticipo di un anno, conquistato legalmente con la norma morattiana.

I bambini entrati in anticipo nella scuola dell’infanzia (una quantità non ancora censita) rimarranno un anno in più tra i piccoli, visto che al livello di primaria vi sarà lo sbarramento antianticipi.

La scomparsa degli anticipi e la conferma della durata attuale degli altri settori scolastici farebbero scomparire definitivamente l’obiettivo "europeo" che fu del ministro Berlinguer di concludere l’intero percorso di istruzione a 18 anni (scuola di base di 7 anni e onda anomala); un obiettivo accarezzato anche dal ministro Moratti che aveva, in un primo tempo, pensato di ridurre da cinque a quattro anni la durata dell’istruzione secondaria superiore, ma che poi ripiegò sull’accorciamento ridotto di 4 mesi anziché di un anno intero.