IL CASO
I centri Faes: basta con le classi miste, così freniamo bullismo e violenze in aula.
Gli insegnanti: equilibrio tra materie teoriche e pratiche

Alleanza docenti-famiglie:

un programma per ogni alunno.

Boom degli istituti «di metodo».
Libri, arte e fattorie da gestire: percorsi educativi differenziati per gli studenti

Annachiara Sacchi Armando Stella, Il Corriere della Sera del 20/2/2006

 

Questione di metodo. Alleanza insegnanti-tutor-famiglie negli istituti Faes. Libri e vita di campagna alla Rinnovata Pizzigoni, studio e arte alla Rudolf Steiner, educazione e lavoro all’elementare Montessori. Pubbliche, comunali, parificate o private. Gratuite e a pagamento: nate dall’esperienza di educatori del secolo scorso, le scuole di metodo rilanciano ancora il loro modello. Seminari, convegni, indagini che certificano l’efficacia dei percorsi educativi «speciali». Alla base del successo, tradizione e novità. Le liste d’attesa (lunghe) confermano. Le scuole Faes-Associazione Famiglia e Scuola si sono costituite in federazione due giorni fa. Ora una «Carta d’identità» certifica il sistema educativo fondato su programmi personalizzati e sulla collaborazione tra tutor e genitori. I tre centri Faes di Milano (Aurora, Argonne e Monforte) contano 850 allievi. La regola, dal 1974, è: classi omogenee, maschi e femmine separati. «La scuola mista ha provocato una confusione dei ruoli», spiega Carmen Pontieri, dirigente del centro Monforte. Mentre la divisione delle classi in base al sesso, «recentemente riscoperta anche dal sistema anglosassone, migliora il rendimento dei maschi e favorisce le femmine nello studio delle materie scientifiche», sottolinea la preside. Non solo: «Previene fenomeni di bullismo e violenza».

Grembiuli diversi per ogni classe, una fattoria da gestire, l’orto e il giardino sono i tratti distintivi della Rinnovata Pizzigoni, la scuola comunale di via Castellino da Castello. Joanne Maria Pini, nel direttivo dell’Opera Pizzigoni, racconta: «Pur risalendo agli anni Venti del secolo scorso, il sistema pedagogico di Giuseppina Pizzigoni è ancora valido perché si fonda sull’esperienza. Da qui partono i contenuti didattici. Anche i genitori sono coinvolti nelle attività scolastiche, c’è molta partecipazione. Il problema? Non si formano più insegnanti con questo metodo».

Laboratori, seminari, incontri, fiere e spettacoli (ieri il festival del teatrino) si tengono abitualmente alla Libera scuola Rudolf Steiner di via Pini. Il principio che ha fatto nascere 555 scuole steineriane in Europa: equilibrio tra materie teoriche, pratiche e artistiche. E, ancora una volta, il coinvolgimento delle famiglie.

Ex allieva Faes, oggi mamma di sei figli, Claudia Palazzo Grassi spiega: «Sono profondamente convinta dell’alleanza educativa tra scuola e famiglia».

Boom delle scuole di metodo, dunque. Talmente moderne da esportare le loro caratteristiche (il tutor della riforma Moratti ne è un esempio). Ma Wolfango Pirelli, responsabile lombardo di Cgil scuola, precisa: «Restano modelli specifici e difficilmente generalizzabili».