CATTEDRA
Indirizzi e specializzazioni Nuovi licei, via alle prove

Come cambiano le Superiori:

sono 21 i percorsi previsti dalla riforma.

Giuseppe Tesorio da Il Corriere della Sera del 6/2/2006

 

Assaggio di liceo e altre questioni. Un periodo cruciale questo. Non c’è solo il giro di boa della routine scolastica, con le valutazioni last-minute, gli scrutini, la condotta molto dibattuta e assai poco considerata, le pagelle. Succede sempre dell’altro, si accavallano i cambiamenti e le proteste. Il Tar decide la sospensione parziale della circolare sul portfolio (metà pagella, metà raccoglitore). E il ministero, nello stesso giorno, rovescia sulla scuola il decreto di attuazione del «progetto di innovazione» per le superiori, più altri due decreti e tabelle varie. Succede pure che le Regioni si ribellano a questa «prova forzata». Insomma, occorre riepilogare. Con la circolare n. 11 dell’1 febbraio arrivano il decreto n. 775, che dà il via libera alle prove sul campo dei nuovi licei; il decreto del 28 dicembre 2005, con la confluenza dei corsi del vecchio ordinamento nei nuovi percorsi liceali, e le tabelle di corrispondenza dei titoli di studio (non ci sono i professionali); e un terzo decreto sulla quote orarie nazionali e locali.

Per i licei classici e scientifici non cambierà nulla; gli indirizzi linguistici già attivati confluiranno nel liceo linguistico, così come il liceo delle scienze umane raccoglierà le specializzazioni dell’ex magistrale; il liceo economico, con i suoi 5 indirizzi, accoglierà i corsi che ora sono del commerciale, del tecnico per le attività sociali e di quello per il turismo. Il liceo artistico avrà 3 sezioni: arti figurative, architettura, design e ambiente, multimedia e scenografia. I 30 corsi dei tecnici confluiranno nel liceo tecnologico, con nove indirizzi. Sommando, 21 licei. L’eventuale «assaggio» interesserà solo gli allievi delle prime classi degli «istituti di istruzione secondaria superiore» (anche i professionali?) e sono necessari il consenso dei genitori, la delibera del collegio dei docenti, l’autorizzazione del direttore regionale, l’inserimento del progetto nel pof. Infine, il decreto sulla quota oraria dell’autonomia chiarisce il tempo-scuola: c’è una quota oraria nazionale obbligatoria, pari all’80 per cento del monte ore annuale, e una quota riservata alle scuole, pari al 20 per cento. Per fare cosa? «Per confermare il piano degli studi; per introdurre nuove discipline, per realizzare compensazioni tra laboratori e materie».