Un impegno concreto:
più promozioni per tutti.
di Michela Gallina, 20/12/2006.
Ormai nella scuola gli
elementi di costernazione ed indignazione rischiano di non fare più
notizia, tanto inflazionati sono. Il rischio è quello che producano
una sorta di rassegnazione impotente in tutta la categoria, togliendo
progressivamente quella capacità di meravigliarsi che, se tipica dei
bambini, da adulti aiuta comunque a vivere.
Sembrava si trattasse di uno scherzo, di una provocazione per non dire
di una battuta e, quando se n’è sentito parlare per la prima volta, si
stentava davvero a crederci, invece era proprio vero! Come già
anticipato dal Ministro Fioroni al Convegno del 5 ottobre, la
finanziaria prevede che, per contenere la spesa pubblica, venga
limitato il numero di bocciature, una contrazione del 10%. Gli alunni
che “sostano” nelle prime classi della scuola secondaria di secondo
grado più del tempo previsto, infatti, proiettati a livello nazionale,
comportano un aumento di classi, quindi di insegnanti, quindi di
spesa. “Più promozioni per tutti” allora, sembra essere il nuovo
slogan politico, a dimostrare che cambiano i governi ma la musica
rimane esattamente la stessa!!!
Forse l’intento di morattiana memoria era anche più allegro nella sua
spensieratezza: successo assicurato e garantito per tutti, scuola
“customer service” e soddisfazione piena del cliente; si sa che alla
sinistra, nell’immaginario collettivo, viene attribuito un
atteggiamento più austero e sobrio, dunque se prima si puntava al
gradimento, ora si punta al risparmio, in ogni caso i principi
educativi sembrano un criterio del tutto obsoleto.
Dal punto di vista pedagogico, la valutazione, inderogabile competenza
professionale, è anche uno strumento di necessaria severità nelle mani
dell’insegnante con cui egli esercita un certo livello di
autorevolezza. La promozione rappresenta, per l’allievo, il
riconoscimento di un merito acquisito, di un impegno onorato, così
come la bocciatura è l’occasione per fare i conti con i propri limiti,
o errori, per misurarsi con le difficoltà ed assumersi la
responsabilità delle conseguenze dei propri comportamenti. Di fronte a
queste considerazioni non si può negare che una promozione falsa e
demagogica trasmetta un messaggio di realtà distorta e possa risultare
pertanto diseducativa.
Dal punto di vista professionale la situazione è ancor più
mortificante. Ci eravamo indignati per come il portfolio avesse
legittimato un’intrusione delle famiglie in quella che consideravamo
essere una prerogativa esclusiva della professione: la valutazione.
Ebbene non c’è mai fine al peggio, ora dobbiamo aspettarci che sia una
legge finanziaria a dirci come e quali criteri adottare per valutare i
nostri alunni.
In un primo momento ci eravamo illusi che dietro questa proposta così
assurda, a voler usare un eufemismo, sarebbe spuntato un progetto
educativo e mirato di prevenzione delle bocciature, di orientamento
alla scelta della scuola secondaria, di sostegno e supporto nelle
difficoltà, insomma ingenuamente avevamo sperato in una volontà di
analisi approfondita del problema con soluzioni ben diverse da quelle
che si sono rivelate poi. In realtà i progetti di prevenzione costano,
richiedono investimento di personale, di formazione, non sono certo
realizzabili attraverso i tagli di spesa.