Il Natale dei bulli.

da TuttoscuolaNews N. 272, 18 dicembre 2006

 

Per quelli che picchiarono il ragazzo disabile, allievo dell'istituto "Albe Steiner" di Torino, per poi affidare a internet la documentazione della loro bravata, sarà un Natale di contrizione e di risarcimento sociale del danno arrecato, visto che proprio alla vigilia della Natività hanno iniziato a "pulire i gabinetti", come brutalmente riferiscono le cronache, dell'ex arsenale di Borgo Dora, che ospita ora un noto centro per il recupero e il reinserimento sociale di ragazzi difficili, il "Sermig", a suo tempo apprezzato da Giovanni Paolo II.

Un castigo esemplare, accettato dagli allievi puniti e dai loro genitori, che segna il rientro in società di quattro ragazzi che per un mese ne erano stati totalmente esclusi. Certamente dietro tanta severità sta un proposito di tipo pedagogico: colpirne quattro per educarne quanti? Le statistiche, che ormai fioriscono in modo incontrollato (non vogliamo dire improvvisato), mostrano che gli episodi riconducibili alla macrocategoria del bullismo sono moltissimi: migliaia in un anno, forse centinaia di migliaia, dipende dall'accezione che si dà al termine. Occorrerebbe una strategia globale per fronteggiare il fenomeno, che ha dimensioni internazionali.

Secondo il ministro Fioroni, che riprende una tesi affacciata per primo da Karl Popper, una parte della responsabilità ricade sulla TV, "che manda in onda programmi come i reality show o il wrestling". Ma anche i produttori di certi video-games hanno le loro colpe: "Come si fa a combattere il bullismo se in giro ci sono giochi elettronici che insegnano a diventare mafiosi?", chiede il ministro. Insomma, il bullismo che emerge dentro le scuole ha le sue radici fuori di essa, e fuori di essa, dunque, devono essere trovate le soluzioni. Già, ma quali? Fioroni ha accennato, per la TV, a un nuovo "Auditel di qualità", e un ruolo importante potrebbero averlo i programmi TV "Educational". Ma i pubblicitari, com'è noto, misurano la quantità dei "contatti", non la qualità dei programmi.