Le dichiarazioni del capo dello Stato durante l'incontro con i rappresentanti
delle consulte degli studenti d'Italia ed il ministro della Pubblica Istruzione

Bullismo, interviene Napolitano.
"E' viltà e mina il vivere civile".

 la Repubblica del 6/12/2006

 

ROMA - Il bullismo e la violenza nelle scuole sono atti di viltà che vanno ad impedire al ragazzo la propria realizzazione, e gli nega quelli che sono i primi diritti garantiti dalla Costituzione, a partire dal diritto allo studio previsto dall'articolo 3. Giorgio Napolitano è durissimo nello stigmatizzare gli ultimi episodi verificatisi nelle scuole italiane. Bisogna, ha detto ricevendo nel Salone dei Corazzieri i rappresentanti delle consulte degli studenti d'Italia ed il ministro Giuseppe Fioroni, giungere ad un rapporto di tolleranza e convivenza "anche tra italiani e stranieri" nel "rispetto delle regole sancite dalla Costituzione".

"Certo", ha sottolineato nel suo intervento il ministro Fioroni, il bullismo e la violenza sono "fenomeni infinitesimali" rispetto ad un corpo, come quello delle istituzioni scolastiche, sostanzialmente sano e forte. Sono comunque, secondo Fioroni, "fenomeni che vanno affrontati e risolti", "senza girarsi dall'altra parte" e facendo sentire "il debole non più solo ed avendo il violento reinserito e recuperato".

Napolitano è partito facendo i complimenti agli studenti per come si sono impegnati nello studio della Costituzione. "La Carta", ha spiegato, "va letta, studiata, imparata e messa in pratica" soprattutto alla luce della "vasta adesione della maggioranza dei cittadini ai suoi valori manifestata con il referendum dello scorso 25 maggio.

L'ostacolo maggiore alla sua messa in pratica inizia quando si ha nelle scuole "l'abbandono alla violenza ed al bullismo", ha proseguito, "che è arroganza, prevaricazione, prova di forza che sono viltà". Tutto questo si traduce nell' "allontanare il giovane dalla realizzazione delle proprie aspirazioni". L'unica risposta a questo punto è la creazione di un "costume di tolleranza, tra italiani e anche tra italiani e stranieri, di impegno democratico, di rispetto delle regole che sono sancite dalla Costituzione".