Esami di stato verso l'approvazione definitiva. La maturità al traguardo. Benedetta P. Pacelli Italia Oggi del 19/12/2006
Esami di stato verso l'approvazione definitiva. Non ci dovrebbero essere ostacoli infatti al varo definitivo della legge sugli esami di stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore e delega al governo in materia di raccordo tra la scuola e le università. Il testo è in votazione oggi alla camera, dopo il via libera di palazzo Madama. Già dalla prossima estate 2007, salvo sorprese dell'ultima ora, i candidati che sosterranno l'esame saranno esaminati da commissioni formate per metà da membri interni e per metà da esterni, con il presidente esterno. Per quanto riguarda lo svolgimento, è confermato che l'esame si articola su tre prove scritte e un colloquio. Fermo restando che il punteggio minimo complessivo per superare l'esame è di 60/100, la commissione potrà disporre di 45 punti per la valutazione delle prove scritte e di 30 per la valutazione del colloquio; il candidato può far valere un credito scolastico massimo di 25 punti. Per accedere agli esami, è necessario che gli alunni siano valutati positivamente in sede di scrutinio finale e abbiano comunque saldato i debiti formativi.
Nuove regole anche per i candidati esterni,
coloro cioè che si presentano agli esami senza avere seguito neppure
un giorno di lezione e per i cosiddetti saltanti per merito coloro
che, ottenuta la promozione al quarto anno con almeno 8 in tutte le
discipline, dopo qualche settimana si possono presentare direttamente
agli esami di stato senza frequentare la quinta classe. Questi ultimi,
oltre ad avere riportato 8 in tutte le discipline in quarta, dovranno
avere la media del 7 negli anni precedenti e non essere stati bocciati
neanche una volta. Il ministro dell'istruzione, Beppe Fioroni, ha
inoltre illustrato le linee generali di due decreti delegati che
saranno emanati successivamente: il primo riguarda borse di studio
(per circa 5 milioni di euro) riguardanti i diplomati più meritevoli;
il secondo attiene a una più stretta collaborazione tra i ministeri
della pubblica istruzione e quello dell'università per orientare le
scelte dei ragazzi: docenti universitari dovrebbero recarsi a scuola
per spiegare direttamente ai ragazzi materie e prospettive di lavoro
delle varie facoltà. |