E’ scoppiato il professore!
Il malessere sale in cattedra.

Un mestiere difficile: ansia e depressione sempre più diffuse.

 di Federica Furino da La Stampa  del 27/12/2006

 

Per il resto del mondo sono gli unti del Signore. Un posto di lavoro sicuro, tre mesi di vacanza, i pomeriggi liberi e niente capi nervosi a cui dover render conto. Un paradiso.

La realtà è un’altra: gli insegnanti, su quella cattedra, lezione dopo lezione, si giocano il sistema nervoso. Ci mettono un po’ di tempo, è vero, a consumarsi i neuroni ma in genere vent’anni bastano anche ai più resistenti. Questo almeno sostengono gli studi di medicina del lavoro a cui, oggi, il liceo scientifico Darwin di Rivoli dedica il convegno «Riconoscere e affrontare il disagio mentale professionale degli insegnanti». Un incontro organizzato dalle scuole di Rivoli, vicino ai Torino, dopo la decisione, dell’Asl 5, di multare i dirigenti di quattro istituti della zona, colpevoli di aver sottovalutato il rischio che i loro docenti non reggessero allo stress. Una novità.


Prima o poi crollano

Che i prof siano una categoria a rischio «esplosione», invece, si sa da tempo. Già nel 1979 una ricerca condotta dalla Cisl Scuola sugli insegnanti del Milanese, dimostrava che il trenta per cento di loro faceva uso di psicofarmaci. «Sono passati quasi trent’anni ma degli insegnanti che “scoppiano” le istituzioni continuano a non occuparsi come dovrebbero». Per Vittorio Lodolo D’Oria, medico della commissione per l’inabilità al lavoro della città di Milano, quella dei prof stressati è quasi una crociata. Ci ha dedicato un’infinità di studi e un libro, «Scuola di follia». Tocca a lui, oggi, spiegare ai dirigenti scolastici di Rivoli perché insegnare logora e, soprattutto, come si possa riconoscere le avvisaglie dell’esplosione.


La cattedra logora

«Il termine che usiamo per queste sindromi è burnout, esaurimento. Capita a chi svolge le cosiddette “helping profession”, mestieri che ti portano a contatto con i problemi degli altri: psicologi, preti, medici per esempio. Anche gli insegnanti rientrano in questa categoria.
Anzi, sono più esposti allo stress degli altri». Numeri alla mano, docenti e professori in genere ne soffrono due volte più degli impiegati e tre volte più degli operai. Questo per un complicato insieme di fattori. «Il primo problema è la famiglia - spiega Lodolo D’Oria -.
Una volta esisteva un asse di autorità fatto di genitori e insegnanti: oggi invece mamma e papà stanno dalla parte del bambino». E poi sono cambiati gli studenti. «Hanno più strumenti di una volta per mettere in discussione gli insegnanti: Internet e televisione in testa. Senza dimenticare la globalizzazione: nelle scuole italiane studiano allievi di oltre centotrenta nazionalità diverse.
Non è facile trattare con una classe multietnica». Ma c’è di più. «Gli insegnanti di oggi sono gli ex sessantottini: hanno fatto le barricate e adesso si trovano loro dalla parte dell’autorità ».


La situazione peggiora

Insomma, prima o poi l’insegnante (medie, licei o elementari, non fa differenza) scoppia. E’ soltanto una questione di tempo, poi comincia con gli sbalzi di disturbi dell’umore, l’ansia, la depressione, e chi più ne ha più ne metta. «E’ una questione di “usura da professione” - conclude Lodolo. E da quando non ci sono più le baby pensioni la situazione è peggiorata ». Insomma, la cattedra logora, altro che paradiso.