E Fioroni lo aveva detto ai comuni.
“Non faremo rientrare dalla finestra quello che
abbiamo fatto uscire dalla porta, Italia Oggi del 19/12/2006
“Non faremo rientrare dalla finestra quello che abbiamo fatto uscire dalla porta, cioè gli anticipi delle scuole materne ed elementari contemplati dalla precedente legislazione e abrogati dall'attuale legge finanziaria”. Sulle sezioni primavera destinate ai bambini dai due ai tre anni, il ministro della pubblica istruzione Beppe Fioroni, intervenuto a conclusione dei lavori del convegno “I comuni per l'infanzia” organizzato la scorsa settimana dall'Anci e dal comune di Roma, sembra avere le idee molto precise: “Che partano pure, purché sia chiaro che solo di sperimentazione si tratta poiché il governo rifiuta qualsiasi logica anticipataria incapace di rispettare i tempi dei bambini”. Un'indicazione importante per capire il tenore della circolare sulle iscrizioni attesa in questi giorni. Per la fascia 0-6 anni restano, dunque, asili nidi e scuole dell'infanzia mentre le esigenze verranno soddisfatte grazie a offerte alternative e, per l'appunto, sperimentali. In questo, ha insistito il ministro, consisteranno le sezioni primavera, veri e propri strumenti di raccordo atti a favorire quella continuità educativa necessaria a garantire il potenziamento e la diversificazione dei servizi per l'infanzia richiesta ai paesi dell'Unione dalla Carta di Lisbona. Una partita impossibile da giocare senza il confronto, previsto per gennaio in sede di Conferenza unificata, tra stato, regioni ed enti locali; confronto mirato alla definizione di un accordo quadro e all'allocazione delle risorse nonché reso necessario dalla natura concorrente della legislazione in materia. “Per colmare le differenze geografiche nell'offerta dei servizi all'infanzia sul territorio”, ha tenuto a precisare Fioroni, “occorre infatti un impegno congiunto”. Non più solo, dunque, una ripartizione dei fondi dello stato, ma anche una ripartizione dei fondi delle regioni che possa sostenere i comuni più piccoli del paese (oltre 5.600 e dislocati soprattutto al Sud).
Una corda, questa, che resta tesa: oltre al
ruolo fondamentale dei comuni rispetto all'attivazione dei servizi
resta, infatti, “da recuperare quel taglio di 167 mln di euro del
governo Berlusconi che ancora grava su 10.892 scuole dell'infanzia, in
prevalenza dei comuni e del sistema paritario cattolico”. Risorse,
sostiene Fioroni, che hanno sinora garantito il diritto a frequentare
la scuola materna al 45% dei bambini residenti nei piccoli comuni. Un
impegno e uno sforzo congiunto che richiederà piena concertazione tra
il ministero della famiglia, quello dell'istruzione nonché quello
delle politiche sociali. |