La Gilda: «È vergognoso».

da Fuoriregistro del 6/12/2006

 

Meno bocciature, più risparmio? Parte da Padova la crociata contro le promozioni che strizzano l'occhio al budget. «E' vergognoso, non si tratta di una manovra culturale tantomeno di un provvedimento intelligente dal punto di vista economico". Nelle parole del professor Giorgio Quaggiotto, coordinatore provinciale della Gilda degli insegnanti, tutto il risentimento verso una "posizione a dir poco demenziale": quella contenuta in un passo della Finanziaria che, ricorda Lino Giove del Centro studi veneto della Gilda, prevede "interventi finalizzati alla prevenzione e al contrasto degli insuccessi scolastici attraverso la flessibilità e l'individualizzazione della didattica, anche al fine di ridurre le bocciature".

Interventi che devono essere "idonei", cioè tali da permettere una contrazione del 10% del numero dei ripetenti dei primi due anni di corso della scuola superiore (è nel biennio, com'è noto, che si concentrano gli insuccessi scolastici) ammontanti oggi in Italia complessivamente a 185.002 studenti. Si ricava così una diminuzione di 18.500 unità per la popolazione studentesca che, considerando l'attuale rapporto alunni/classi, corrisponde a 805 classi; supponendo quindi di poter diminuire il numero complessivo di classi in ragione dell'80\% del possibile risparmio, si stimano 644 classi in meno, corrispondenti a 1.455 docenti e 425 ata, per una minore spesa di 56 milioni di euro a decorrere dall'anno 2008, e 18,6 milioni per l'anno 2007. Per gridare il suo "no" la Gilda di Padova ha preso carta e penna e promosso una petizione che, in una manciata di ore, ha già raccolto un centinaio di firme di docenti certo, ma anche di intellettuali, genitori, educatori. "E' un passo della Finanziaria che riteniamo antipedagogico - spiega Giove - perchè prevede una riduzione delle spese della scuola attraverso una pressione (che già in alcuni istituti si verifica) per diminuire le bocciature allo scopo di risparmiare, e non come sarebbe legittimo creando le condizioni per cui i bambini e i ragazzi possano studiare meglio. A noi pare un messaggio fortemente diseducativo".