La tela di Penelope del contratto

dei dirigenti scolastici. Nuova puntata.

da Tuttoscuola del 3/4/2006

 

Sembra proprio una storia infinita quella del contratto dei dirigenti scolastici, scaduto il 31 dicembre 2001 e negoziato con un’ipotesi di accordo per il suo rinnovo quattro mesi fa.

Dopo la lunga attesa – dovuta, a quanto sembra, a verifiche tecniche presso il ministero dell’Economia – l’ipotesi era stata approvata dal Consiglio dei Ministri dopo alcuni rinvii.

Il testo corretto dell’accordo era stato esaminato in sede Aran dai sindacati firmatari che, a denti stretti, avevano dato il proprio ok per evitare ulteriori ritardi.

Anziché essere inviato immediatamente alla Corte dei Conti per l’approvazione definitiva, il testo d’accordo corretto era rimasto inspiegabilmente fermo all’Aran.

Le nuove proteste sindacali sembravano aver sbloccato la situazione con l’invio dell’ipotesi di accordo alla Corte e la previsione di un’attesa massima di 15 giorni per l’ok.

Invece, nuovo colpo di scena: il testo non è stato inviato alla Corte, bensì restituito nuovamente al ministero dell’Economia per una nuova revisione tecnica.

Ne danno notizia i sindacati firmatari dell’intesa, Cgil, Cisl e Snals: "Con irritazione e sorpresa siamo venuti a conoscenza che, contrariamente alle ordinarie procedure previste dal decreto legislativo 165/2001, l'ARAN - dopo le "correzioni" al testo dell'Ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL della V Area della Dirigenza Scolastica, concordate con le Organizzazioni Sindacali lo scorso 9 marzo a seguito dei rilievi del Governo - non ha inoltrato, come dovuto, il testo stesso alla Corte dei conti, bensì lo ha rinviato alla Funzione pubblica e al MEF, riaprendo così un iter già definito". I sindacati chiedono al Governo di mettere fine a questo carosello.

Nuova attesa, nuovo passaggio in Consiglio dei Ministri per l’espressione del richiesto parere, nuovo ritorno all’Aran. Gli arretrati e gli adeguamenti degli stipendi dei dirigenti non potranno più esserci ad aprile, ma rischiano di non esserci nemmeno a maggio.