legambiente scuola news

N. 48, Aprile 2006

 

da Legambiente del 26/4/2006

 

Indice

  1. Per il bene della scuola

  2. I tagli non finiscono mai!

  3. Ultimo regalo per le paritarie

  4. Docenti di religione: tutti assunti!

  5. Da Barbiana una nuova speranza  per la scuola di tutti

  6. Agenda

 

1. Per il bene della scuola

I cinque anni di governo di centrodestra hanno progressivamente smontato la scuola pubblica. Cinque anni che, decreto dopo decreto, finanziaria dopo finanziaria, hanno sempre più smorzato l’aria nuova portata dall’autonomia scolastica, dall’assunzione di responsabilità e protagonismo individuali e collettivi da essa generati. Da allora una strada in discesa che ha portato la scuola italiana ad essere sempre più povera (tagli drastici ai fondi stanziati per il funzionamento didattico e amministrativo), più precaria (in progressivo aumento i docenti e il personale ATA precario che neppure la manciata di assunzioni in ruolo effettuate in questi anni è riuscita a mitigare), non rispondente al mandato sociale che la società le affida, più selettiva, non includente… Una scuola in declino, confusa, smarrita, sfiduciata.

Per questo, per il bene della scuola è necessario ripartire con una nuova strategia, con un nuovo spirito collettivo, per ricostruire una scuola inclusiva e di qualità, che permetta di vedere riconosciuto quel diritto inalienabile di ciascuno ad apprendere per tutto l’arco della vita e ad avere accesso a quel bene comune che è la conoscenza in una società democratica e solidale.

Una scuola capace di futuro che si evolve in questa direzione ha bisogno di affrontare alcuni nodi non più rinviabili, pena il definitivo scollamento tra le esigenze educative e formative richieste dalla società della conoscenza e la scuola stessa.

  1. La centralità del curricolo di scuola, con la quota a disposizione delle istituzioni scolastiche, il superamento dell’attuale progettificio, il recupero della progettazione culturale e pedagogica collettiva e partecipata nella scuola. Oltre ad essere un terreno in cui la collegialità può riacquistare un suo ruolo e la spinta alla ricerca professionale e culturale può trovare una radice motivante, il curricolo di scuola appare come una grande sfida professionale perché richiede nuova organizzazione del lavoro, rapporto con il territorio di co-progettazione, imparare a lavorare ed elaborare in gruppo tra adulti, fare i conti con gli scenari sociali e culturali della società contemporanea.

  2. Rinnovamento dei saperi e dell’apprendimento in rapporto alla nuova relazione tra locale e globale. Locale e globale non sono più i poli estremi di una tensione che parte da qui per arrivare lontano, locale e globale sono co-presenti intorno/dentro alla vita di ciascuno e questo cambia il ruolo dell’educazione.

  3. Apprendimento per tutto l’arco della vita. La complessità sopra accennata motiva già di per sé la necessità di costruire un sistema di apprendimento per tutto l’arco della vita, a condizione che questo non significhi un alleggerimento della scuola per tutti, ma una nuova capacità evolutiva del sistema di istruzione ed educazione e quindi dell’intero Paese.

  4. Obbligo scolastico, successo e dispersione, innovazione delle pratiche educative, contenuti culturali. Difficile parlare di innalzamento dell’obbligo scolastico se la scuola rimane quella che è. Impossibile non parlarne se si vuole avviare un processo di cambiamento della scuola. Un cambiamento di regole come questo può avviare quel processo virtuoso di maggior attenzione ai processi didattici, alle metodologie nella scuola non solo superiore, a quei contenuti culturali generativi di un cittadino responsabile e partecipe.

  5. E sopra tutto gli insegnanti: rappresentano infatti il nodo strategico, quello da cui partire e attraverso cui si può aggredire la crisi della scuola, per svariate questioni: perché l’autonomia scolastica richiede una diversa organizzazione della collegialità che oggi è stata schiacciata; perché è necessario pensare ad uno sviluppo professionale che non può coincidere con la fuga dalla classe; perché gli insegnanti hanno bisogno di ricollocare la propria identità professionale, di essere consapevoli delle sfide culturali in campo, di capire come devono cambiare il loro modo di agire; perché è necessario organizzare il lavoro in modo da dare spazio alla crescita dell’insegnante riflessivo.

Questi i nodi da tener come bussola delle azioni del prossimo governo, lasciando alle spalle una fase difficile e tumultuosa, per il bene della scuola!

 

 2. I tagli non finiscono mai!

Sono quelli della D.M. 29 del 20 marzo scorso: formazione e aggiornamento per il personale docente e non docente.

“Considerata l’importanza che riveste l’attività di formazione in servizio per l’incremento e il miglioramento continuo delle competenze professionali del personale docente, educativo e ATA, soprattutto in relazione ai processi di riforma in atto, ritenuto che, nell’attuale fase di progressivo consolidamento dell’autonomia didattica, organizzativa e di ricerca e delle complesse innovazioni del sistema scolastico e formativo, l’aggiornamento e la formazione in servizio del personale docente, educativo e ATA rappresentano un supporto e una risorsa insostituibile per elevare la qualità dell’offerta formativa…” le risorse disponibili per la formazione corrispondono per le scuole e le Direzioni Regionali a ben 15.360.170 euro (-42,48% rispetto allo scorso anno, -48% rispetto all’anno scolastico 2001/02 ultimo finanziato dal governo di centrosinistra: vedi il nostro dossier Scuola pubblica: liquidazione di fine stagione 2006). L’Amministrazione centrale si prende 1.510.566 euro, 2.345.745 euro vanno per la formazione docenti per alunni portatori di handicap (cifra invariata negli anni ma irrisoria rispetto alle necessità se pensiamo che lo scorso anno il 48,10% dei docenti di sostegno era senza specializzazione per tale insegnamento, erano il 39,24% nel 2001).

Che fare con questo finanziamento? Di tutto e di più! Il Ministro dà i criteri prioritari di intervento: interventi formativi per il personale ATA, supporto ai processi di riforma (formazione per docenti a sostegno dell’integrazione alunni stranieri, istruzione carceraria e ospedaliera, sviluppo di competenze linguistico - comunicative e metodologiche - didattiche dei docenti impegnati e da impegnare nell’insegnamento della lingua inglese, potenziamento e sviluppo competenze per l’uso delle tecnologie informatiche, dell’educazione alla convivenza civile…). E ancora fondi per le scuole del 2° ciclo impegnate nella sperimentazione, aggiornamento per i docenti di religione cattolica, interventi formativi per IFTS e EDA… per la 626/94 sulla sicurezza nelle scuole (significa forse che non ci saranno più  specifici fondi come è stato finora?)… orientamento contro la dispersione scolastica e il disagio… Alle scuole autonome resta ben poco da decidere su come utilizzare i pochi fondi che riceveranno: il Ministro Moratti ha già fatto la lista della spesa. Le scuole si devono adeguare così come il nuovo Ministro che sarà nominato nel prossimo governo di centrosinistra, i giochi sono fatti!

Non va meglio ai Dirigenti Scolastici per la loro formazione: 1.200.000 euro nel 2005, solo 726.933 quest’anno: -39,42%.

 

3. Ultimo regalo per le paritarie

Il Ministro Moratti, prima di andarsene da Viale Trastevere, ha voluto lasciare tutto in ordine. Così, proprio agli sgoccioli di legislatura ha predisposto i finanziamenti per le scuole paritarie. E’ del 29 marzo la C.M. n. 31 con oggetto i contributi alle scuole non statali E.F. 2006: un totale di 532.310.844 euro (4.836.369 in più rispetto allo scorso anno, unica voce positiva nei fondi stanziati per la scuola).

Ma non è finita qui. Il 30 marzo il Ministro ha firmato il decreto sulla “Determinazione dell’importo del contributo da attribuire alle persone fisiche per spese sostenute per l’iscrizione alle scuole paritarie, nell’anno scolastico 2005/06” pubblicato in gazzetta Ufficiale il 14 aprile scorso, a voto già avvenuto. Accertato il numero di alunni iscritti alle scuole paritarie (112.645) vanno 220 euro a ciascuno dei 27.869 alunni iscritti alla scuola primaria, 260 euro ad ognuno dei 63.232 alunni frequentanti la scuola media e 360 euro per ognuno dei 21.544 alunni della scuola superiore: totale 30.327.340 euro!

E questo quando, nei cinque anni di governo della Casa delle libertà, la scuola pubblica si è vista progressivamente ridurre gli organici, tagliare i fondi per l’autonomia, per il funzionamento didattico amministrativo, nulla è stato investito per le nuove tecnologie.

 

4. Docenti di religione: tutti assunti!

Il 13 aprile, a mandato ormai scaduto, il Ministro ha firmato anche il D.M. n. 37 “Disposizioni sulle assunzioni con contratto a tempo indeterminato per il personale insegnante di religione cattolica anno scolastico 2005/06”. 3.077 il numero dei nuovi assunti. Il Ministro porta così a compimento, con l’assunzione complessiva di 15.531 docenti di religione cattolica, quanto previsto dalla L. 189/03 con cui il governo di centrodestra si impegnava a regolarizzare in tre anni la posizione del 70% dell’organico. Peccato che nella scuola italiana, nell’anno in corso ci siano ancora 88.800 docenti e 109.750 personale ATA ancora precari. Per questi il Ministro non è stato altrettanto celere.

 

5. Da Barbiana una nuova speranza  per la scuola di tutti

Domenica 21 maggio 2006 Vª edizione della marcia di Barbiana

Per la quinta volta, Vicchio e il Mugello accoglieranno, il 21 maggio 2006, tutti coloro che credono nel futuro civile e democratico dell’Italia, della sua scuola per tutti e per ciascuno. Cammineremo quindi ancora, insieme, fino alla scuola di  Barbiana, ognuno col suo passo e la sua speranza.

In questi anni la Marcia ha rappresentato uno dei  punti più alti  di impegno e lotta contro le derive liberiste e populiste sull’educazione, ha fatto rifiorire attorno all’esperienza di Don Milani le radici dell’utopia educativa democratica che ha cambiato la scuola italiana.

Questa utopia  segna ancora l’etica di migliaia di  insegnanti e cittadini, che hanno  nel cuore l’eguaglianza delle opportunità, il sapere come civiltà, la libertà critica, di tutti e di ciascuno. Questa avventura ha lo stesso concreto fascino di 40 anni fa e ci richiama agli stessi impegni per una società più equa e per una scuola ed un futuro più felice.

E’ con la speranza di una fase politica nuova che ci accingiamo e vi invitiamo ancora una volta a camminare verso Barbiana, senza bandiere e senza slogan di parte, ma con la consapevolezza che di quel pensiero educativo il nostro Paese ha bisogno sicuramente nel prossimo domani, dove è necessario ridare forza, speranza, risorse,  credibilità ad una vera e strutturale riforma democratica e civile della scuola.

C’è una buona scuola italiana figlia di Barbiana. Chiede eguaglianza e libertà, una scuola comunità,  un’educazione  serena e non adultistica,  meno consumista e più dialogante tra generazioni. Chiede un paese che torni ad amare i propri bambini, senza perderli tra uno spot e l’altro.

A partire da questa Italia dobbiamo riprendere a parlare con tutti, con maggiore decisione del passato. Serve un impegno saggio e coraggioso che rilanci il progresso civile e culturale, a cominciare dalla scuola, valorizzandola come patrimonio autonomo del territorio, rinforzandola con nuovi investimenti,  riequilibrando gli svantaggi e combattendo contro le vecchie e nuove disuguaglianze. Una scuola delle città e dei paesi, una comunità nella comunità, la democrazia come gioia del futuro.

A partire da questa Italia dobbiamo ricostruire un’idea dell’educazione come radice di una civiltà che miri a rendere più umano il pianeta e a costruire una cultura della fratellanza che è l’unica possibilità per contrastare la barbarie delle ideologie separative, del darwinismo sociale.

La speranza riparte dal primo e fondamentale insegnamento di Don Milani. Il problema della scuola è i ragazzi che perde, pensando che per tutti i nostri giovani vi sia un valore alto e grande per cui crescere e studiare: essere cittadini sovrani e occuparsi degli altri.

Ancora una volta, quindi, in cammino verso Barbiana, con la Costituzione e i nostri figli nel cuore, fratelli di valori comuni per tutti e per sempre: libertà, uguaglianza, pluralismo, solidarietà.

 

6. Agenda

La Terza Assemblea Nazionale di Legambiente Scuola e Formazione si terrà dall’ 1 al 3 giugno 2006.

Un Paese al bivio, per essere capaci di futuro

 

PROGRAMMA:

1° giugno  ore 15.00 – 19.00

ROMA – c/o Legambiente Nazionale, via Salaria 403 (oppure ITC via Panisperna)

Un Paese al bivio: i nodi della politica scolastica

 

2 giugno

Poggio Mirteto (Rieti) 

Il ruolo di un’associazione di educatori ambientalisti

La qualità culturale dei territori: una sfida possibile

 

3 giugno

Poggio Mirteto (Rieti)

Un Paese al bivio: le politiche per l’educazione allo sviluppo sostenibile

Costruiamo l’associazione nel territorio, rilanciamo le iniziative

 

Per informazioni ufficio nazionale Legambiente Scuola e Formazione tel.06-86268350, fax 06-86268351, e.mail scuola.formazione@mail.legambiente.com

 

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