"Fai l'insegnante? Lavoro comodo" Ma adesso non è più vero
Una ricerca durata un anno tra tutti gli
insegnanti di Bolzano di Salvo Intravaia, la Repubblica dell'8/4/2006 "Fai l'insegnante? Comodo! Lavori 18 ore a settimana e hai tre mesi di ferie all'anno, oltre alle vacanze di Natale e Pasqua". Da sempre i docenti della scuola italiana si sentono rispondere in questo modo. Ma ai più la cosa non va giù affatto. Adesso arriva uno studio che dimostrerebbe che gli insegnanti lavorano più degli altri impiegati pubblici. Il dato - che se confermato fa crollare uno degli stereotipi italiani più affermati - è stato raccolto dalla provincia di Bolzano, che nel corso del 2005 ha commissionato ad una società di studi demoscopici una ricerca sull'Orario e carico di lavoro degli insegnanti in provincia di Bolzano'.
Quanto lavorano effettivamente gli insegnanti? Oltre alle ore passate
in cattedra, a quanto ammonta tempo dedicato alla scuola (il
cosiddetto lavoro sommerso)?, si sono chiesti gli amministratori
locali della provincia di Bolzano. "L'esigenza di effettuare uno
studio sull'orario e sul carico di lavoro degli insegnanti è emersa
nel corso delle recenti negoziazioni sul contratto collettivo
provinciale per il personale docente delle scuole elementari, medie e
superiori", spiegano. Secondo la Apollis, mediamente un docente lavora
1.643 ore all'anno. Monte ore che suddiviso per le settimane
lavorative di un anno scolastico riservano a maestre e prof un lavoro
forsennato: con lezioni, riunioni e organizzazione del lavoro che
oltre alle mattine occupano sovente buona parte dei pomeriggi. Anche
perché la gran parte delle attività lavorative si concentra nelle
33/35 settimane di lezione che formano un intero anno scolastico. Poi,
con l'approssimarsi dell'estate l'impegno si dirada fino alle
'meritate' ferie, che prendono una parte del mese di luglio e agosto.
Gli oltre 5 mila insegnanti della provincia di Bolzano che hanno
partecipato alla ricerca sono stati seguiti per un intero anno
scolastico. Le loro attività, dei periodi più pesanti (lezioni, esami
e scrutini) e di quelli meno impegnativi, sono state così monitorate
per 12 mesi. Ne risulta un quadro piuttosto sorprendente. A lavorare
di più sono i prof delle scuole superiori, con gli uomini di età
compresa fra i 30 e i 39 anni a battere ogni record. Un lavoro difficile. Va da sé che con questi ritmi fare l'insegnante è diventato un lavoro tutt'altro che facile. La Apollis ha chiesto loro quali sono gli aspetti più gravosi. Tre insegnanti su quattro hanno indicato 'le frequenti riforme e l'introduzione di nuove leggi', per le quali gli insegnanti sono costretti a continui aggiornamenti e aggiustamenti del loro modo di agire in classe e di pensare. Nell'ultimo decennio, oltre alla riforma Moratti, la scuola italiana è stata profondamente cambiata dall'Autonomia, per esempio. 'L'insicurezza relativa all'età pensionabile e l'importo della pensione' affligge il 64 per cento degli intervistati che non riescono a staccare la spina ('l'incapacità di interrompere i pensieri di lavoro') neppure quando si trovano a casa. E ad aggravare il lavoro, per oltre la metà, c'è 'l'alto numero di alunni per classe' e 'gli alunni con problemi comportamentali'. Fra gli aspetti che alleviano il lavoro rientrano, ovviamente, le ferie, l'autonomia e la libertà di insegnamento. E ancora, 'la flessibilità dell'organizzazione del lavoro al di fuori delle lezioni ( i compiti possono essere corretti anche di notte) e la sicurezza del posto di lavoro. Soddisfazione. Lo studio della Apollis ha anche indagato sul grado di soddisfazione, che risulta piuttosto basso, della classe docente. Fra gli aspetti più impegnativi del lavoro i docenti annoverano 'la responsabilità educativa'. Maestre e prof sentono, cioè, di avere una grande responsabilità nei confronti degli alunni, delle famiglie e della società tutta. Risulta particolarmente impegnativo anche 'insegnare agli alunni problematici', 'concentrarsi durante le lezioni' e programmare le stesse. Stessa cosa per la valutazione (attraverso i giudizi o i voti) che diventa faccenda complicata perché spesso gli alunni presentano 'problemi personali e socialì e le famiglie chiedono alla scuola 'di integrare l'azione educativa degli stessi genitori'. Anche il rapporto con gli alunni richiede tantissimo impegno ma è l'aspetto che riesce a soddisfare di più il docente. |