La strategia per il  futuro: 

investire  in  formazione  nei  Paesi poveri.

da TuttoscuolaNews  N. 242, 18 aprile 2006

 

Con 2,8 centesimi al giorno pro capite, a carico  degli  abitanti  dei paesi ricchi (poco più di cinquanta delle nostre  vecchie  lire),  si potrebbe dare un'istruzione di base a 100 milioni di bambini dei paesi poveri.

Gordon    Brown,   che  da  cancelliere  dello  scacchiere  (ministro dell'economia) si prepara a succedere a  Tony  Blair  alla  guida  del governo inglese, rivolge un appello alla parte più ricca e sviluppata del mondo affinchè si impegni ad affrontare concretamente il problema del perdurante, elevato tasso di analfabetismo che si  registra  nelle aree in ritardo di sviluppo. E intanto annuncia che la  Gran  Bretagna intende impegnare a questo scopo 15 miliardi di dollari (12,4 miliardi di euro) nei prossimi dieci anni, da oggi al 2015, una  cifra  quattro volte superiore a quella erogata nello scorso decennio.

Sembra    incredibile    che   nel  ventunesimo  secolo  l'86%  delle quattordicenni nigeriane e del Burkina Faso siano  analfabete,  eppure è così. Ma un tasso di analfabetismo superiore al 50%  si  riscontra anche tra i teenagers del Bangladesh, Benin,  Ciad,  Mali,  Senegal  e Sierra Leone (vedi tabella).

L'iniziativa del governo britannico ci sembra importante e  meritoria, anche    perchè  rilancia  in  modo  concreto  quella  battaglia  per combattere l'analfabetismo che è stata oggetto di  grandi  conferenze mondiali, promosse dall'UNESCO, come quella che si tenne  nel  1990  a Jomtien   (Thailandia),  intitolata  "Education  for  all",  e  quella successiva    di   Dakar  (2000),  risoltesi  in  buona  sostanza  in spettacolari (e costosi) esercizi di retorica.

In   tempi  di  globalizzazione  dei  mercati  e  di  grandi  tensioni migratorie dai paesi più poveri verso quelli più ricchi, un progetto come quello lanciato da Gordon Brown (che ha coinvolto nell'iniziativa anche il premio Nobel Nelson Mandela, ex  presidente  del  Sudafrica), appare particolarmente lungimirante,  perchè  è  dimostrato  che  un migliore livello di formazione di base è la principale condizione del decollo  economico  e  della  stabilizzazione  demografica  dei  paesi poveri.

 

Tasso di analfabetismo giovanile (2000-2004) > 20%

 

PAESE

% giovani analfabeti all’età di 14 anni

totale

maschi

femmine

Angola

28.6

17.3

38.6

Bangladesh (stima UIS)

50.3

42.2

55.9

Benin

55.6

41.8

67.5

Burkina Faso

80.6

74.5

86

Burundi

27.7

24.4

30.5

Centro Africa (Repubblica del)

41.5

29.7

51.4

Ciad

62.7

44.6

76.9

Costa d’Avorio

40.2

30.5

48.5

Congo (Repubblica del)

31.3

23.3

38.9

Egitto

26.8

21.0

33.1

Etiopia (stima UIS)

42.6

37.0

48.2

Haiti (stima UIS)

33.8

34.2

33.5

India

23.6

15.8

32.3

Liberia (stima UIS)

29.2

13.7

44.6

Madagascar

29.9

27.6

31.9

Malawi

23.7

17.9

29.3

Mali

75.8

67.7

83.1

Marocco (stima UIS)

30.5

22.6

38.7

Mauritania

38.7

32.3

48.5

Mozambico (stima UIS)

37.2

23.4

50.8

Nepal

29.9

19.4

39.9

Niger

80.4

73.8

85.8

Pakistan

35.5

21.6

46.1

Papua

33.3

30.9

35.9

Ruanda

23.5

22.8

24.1

Senegal

50.9

41.5

59.0

Sierra Leone

61.8

53.1

70.1

Sudan

25.4

18.4

30.8

Tanzania

21.6

19.1

23.8

Togo

26.0

16.9

36.7

Yemen (stima UIS)

32.1

15.7

49.1

Zambia

30.6

27.4

33.9

Fonte: elaborazione Tuttoscuola su dati Unesco Institute for Statistics (UIS, agosto 2005)