Miur: identikit del futuro ministro.

da Tuttoscuola dell'11/4/2006

 

L’esito delle elezioni politiche, per quanto tormentato, è chiaro: l’onore, ma anche e soprattutto l’onere di governare spetta all’Unione e al suo leader Prodi, che ora è chiamato a trovare soluzioni condivise, o almeno accettabili da tutta la sua composita maggioranza su una serie di tematiche molto complesse. Un rischio che Romano Prodi non potrà ignorare nella scelta del futuro inquilino del MIUR.

Proviamo quindi a delineare il quadro delle caratteristiche che questo ipotetico ministro dovrebbe avere, o non avere. Proviamo a immaginarle. I nomi li facciamo dopo: nella situazione data, nomina sunt consequentia rerum. 1) Serve un ministro politico, non quindi un tecnico, capace di mediare a sinistra e anche a destra; 2) deve trattarsi di un politico di peso, perché su scuola, università e ricerca si giocherà una partita di rilevanza strategica per il governo e per il Paese; 3) difficilmente potrà essere un esponente dell’ala abrogazionista dell’Unione (PRC, Comunisti italiani, Verdi), né di quella laica meno gradita alla Chiesa e ai cattolici moderati (Rosa nel pugno); 4) dovrebbe essere preferibilmente un cattolico.

Quali nomi rispondono a queste caratteristiche? Difficile dirlo, si possono solo fare delle ipotesi. Nei mesi scorsi si era parlato di Pierluigi
Castagnetti, ma altri nomi che rispondono all’identikit che abbiamo provato a disegnare sono quelli di Enrico Letta (Margherita) e Livia Turco (DS). Tra i politici più vicini a Prodi qualche chance potrebbero averla Albertina Soliani, già sottosegretario al MIUR col ministro Berlinguer, e Arturo Parisi, prodiano della prima ora.