La Corte dei conti boccia il Miur.

L'accusa: troppi ritardi per concludere i progetti.

da ItaliaOggi del 14/4/2006

 

Il ministero dell'istruzione sul banco degli imputati della Corte dei conti. Questa l'accusa: troppi ritardi nella conclusione dei progetti di ricerca, troppe inadempienze nelle verifiche. È la magistratura contabile, nella sua relazione di controllo, a puntare il dito sugli interventi di ricerca scientifica e tecnologica svolti nelle aree depresse del paese attraverso la programmazione negoziata. Interventi consistenti in piani che comprendono contributi a carico dello stato già individuati dell'assegnazione da parte del Cipe (comitato interministeriale per la programmazione economica) delle relative risorse finanziarie, 343 miliardi di vecchie lire (177,14 milioni di euro) e cofinanziati sia dal fondo europeo sviluppo regionale sia dai privati compartecipanti per un valore complessivo d'investimenti pari 998 miliardi di lire (515,42 mln euro).

L'indagine della magistratura contabile ha, quindi, constatato l'assenza delle verifiche e delle valutazioni inizialmente previste nel decreto ministeriale approvativo di ciascuno dei programmi, ricordando come, in base a una delibera Cipe del '95, il ministero ´avrebbe per questo potuto non procedere all'agevolazione proponendo la modifica o la revoca dell'iniziativa complessiva'. Al nastro di partenza, dieci anni fa, infatti, 15 specifici piani di potenziamento. Di questi, solo 13 hanno tagliato il traguardo dell'approvazione del Cipe che ha erogato, per conto del Miur, circa il 63,7% degli incentivi previsti inizialmente. Anche l'Unione europea, attraverso il fondo per lo sviluppo regionale, ha collaborato al finanziamento di questi piani di ricerca coprendo negli anni circa il 90,2% dello stanziamento previsto. Ma, alla data del 15 aprile 2005, è la denuncia, su 55 progetti sono risultati: conclusi 36, sospesi 4, revocato 1 e 14 ancora in attesa di verifica. A dieci anni di distanza dal completamento del finanziamento, dunque, sono mancati i controlli previsti dalla legge.

Non solo. La Corte dei conti denuncia che accanto a temi ancora oggetto di ricerca e sperimentazione in tutto il mondo, ne sono stati svolti altri considerati non più adeguati per i tempi. Sul tutto è pesato un'inesistente funzione di coordinamento che non ha monitorato in itinere i programmi. E questo ha comportato scollegamenti temporali, funzionali, e una disomogeneità che si è evidenziata sopratutto nei criteri seguiti dalle commissioni di accertamento finale della spesa anche all'interno di uno stesso piano