Contributo iscrizione scuole paritarie.

di Giuseppe Guzzo, La Tecnica della Scuola del 21/4/2006

 

Il Miur, con decreto 30 marzo 2006, ha determinato il contributoper le spese sostenute per l’iscrizione alle scuole paritarie, confermando l’impegno di 30 milioni di euro per l’anno scolastico 2005/2006.

 

Il Miur, con il decreto 30 marzo 2006, che ha per oggetto “Determinazione dell’importo del contributo da attribuire alle persone fisiche per spese sostenute per l’iscrizione alle scuole paritarie, nell’anno scolastico 2005-2006”, ha determinato il contributo di cui al comma 7, art.2, della legge 27 dicembre 2002, n. 289 e ha confermato la validità dell’impegno di 30.000.000 di euro disposto sul cap. 1860 a valere per l’anno finanziario 2005.

Ha stabilito la ripartizione come appresso: euro 220,00 per l’iscrizione alle scuole paritarie parificate; euro 260,00 per l’iscrizione alle scuole secondarie di primo grado paritarie; euro 360,00 per l’iscrizione alle scuole secondarie di secondo grado paritarie.

Il contributo dovrà intendersi al lordo del costo della commissione per il servizio finanziario reso alle Poste Italiane ed è erogato agli aventi diritto in base alla regolarità dell’iscrizione e avvenuto pagamento della relativa retta scolastica.

Il decreto, come era prevedibile, ha scatenato non poche polemiche. Viene da più parti evidenziato, e contestato, che mentre vengono tolti fondi alla scuola pubblica che, come è stato denunciato ripetutamente, tante volte non trova i fondi per le spese di cancelleria e per il pagamento dei supplenti, alla scuola non statale si assicura un record di finanziamenti attraverso il sistema dei rimborsi per le spese che i genitori sostengono.

Ovviamente di opinioni completamente diverse sono i genitori che fanno frequentare ai propri figli le scuole non statali.

L’Agesc, l’associazione che riunisce i genitori delle scuole cattoliche, che rappresentano la stragrande maggioranza delle scuole non statali, replicano che le famiglie delle scuole paritarie debbono essere considerati uguali agli altri ed hanno diritto al riconoscimento che, tuttavia, è ancora irrisorio rispetto alle rette che vengono da loro sostenute.

Non v’è chi non veda come tra gli impegni della maggioranza governativa che è stata chiamata alla guida del Paese dalle consultazioni elettorali del 9 e 10 aprile vi sia da sciogliere anche questo nodo e regolamentare, con una legge costituzionale, il complesso rapporto tra scuola statale e scuola non statale e finalmente fare luce sull’equivoco, a tutt’oggi, irrisolto dall’art. 33 della Costituzione Italiana.