Secondo un'indagine Almalaurea il 60%
trova lavoro entro 12 mesi dal conseguimento del titolo.

Lauree tecniche in cerca di iscritti.

Tagli alle rette, brand, borse di studio per attirare matricole

di Luigi Dell'Olio, da Italia Oggi del 7/8/2006

 

Chi si laurea in discipline scientifiche, dicono le statistiche, trova lavoro con minori difficoltà rispetto alle altre categorie. Secondo l'ultima indagine di Almalaurea, sei su dieci hanno un'occupazione entro 12 mesi dal conseguimento del titolo (contro il 50% di umanisti) ed entro cinque anni si sfiora la piena occupazione. Anche le retribuzioni sono interessanti: in base a una ricerca dell'Actl (Associazione per la cultura e il tempo libero), a tre anni dalla laurea i laureati in materie scientifiche guadagnano in media 1.245 euro netti al mese. Meglio di loro stanno solo i medici (1.660 euro), mentre i dottori in economia, giurisprudenza, lettere e lingue viaggiano tra i 1.300 e i 1.150 euro. Eppure, l'Italia un paradosso: chimica, fisica e matematica attirano pochi neodiplomati e così le università sono costrette a ingegnarsi promozioni, sconti sulle rette e incentivi per chi sceglie questi corsi di laurea. Anche per evitare che il tessuto produttivo della Penisola perda il treno dell'innovazione.


Fondi ministeriali e scelte degli atenei

Le aziende italiane, soprattutto quelle del Nord, faticano a reperire tecnici e specialisti in materie scientifiche e così devono reclutarli in Croazia, Slovenia e Francia. L'urlo lanciato qualche tempo fa dai rettori dell'università Statale e della Bicocca di Milano fa il paio con una realtà sotto gli occhi di tutti.

Le imprese italiane faticano a competere nei settori ad alta innovazione e questo fa perdere posizioni alla Penisola in termini di competitività sui mercati internazionali.

Per invertire l'emorragia di iscrizioni ai corsi scientifici il ministero dell'università è intervenuto una prima volta nel 2003 (decreto ministeriale 198/2003) con uno stanziamento di fondi per gli atenei di 3 milioni di euro. Il decreto ministeriale del 12 gennaio 2005 ha in parte modificato la misura dando vita a un ´Fondo di sostegno per i giovani' della stessa entità, ripartito tra le università in proporzione al numero degli studenti iscritti al secondo anno e ai laureati nelle classi di laurea 21 (chimica, chimica industriale, chimica ambientale), 25 (fisica) e 32 (matematica, matematica per le applicazioni).

Ciascun ateneo, in base al contributo assegnato, determina poi le tipologie di incentivazione per i propri studenti.

I riscontri non si sono fatti attendere: l'università di Camerino, che ha deciso di azzerare le rette per gli iscritti alle facoltà scientifiche, ha visto raddoppiare da un anno all'altro il numero degli iscritti.

Sulla stessa linea si muove l'università degli studi di Milano, che per le matricole 2006/07 ha previsto un rimborso parziale della retta, la cui entità dipenderà dal numero di crediti acquisiti alla data del 30 settembre 2007 e della media dei voti pesata con i crediti.

Un contributo che potrà essere erogato secondo gli stessi parametri anche al termine del secondo anno di studi.
 

Borse nazionali

Misure, dunque, a utilità differita, che rischiano di non raggiungere i talenti alle prese con il problema del pagamento immediato delle rette di immatricolazione. Per ovviare a questo problema la Società chimica italiana (Sci) ha bandito un concorso per 43 borse di studio destinate a matricole del corso di laurea in ´scienze e tecnologie chimiche'. La borsa, finanziata dal ministero dell'università, da una ventina di atenei italiani e da varie aziende chimico-farmaceutiche, ammonta a 4 mila euro e sarà ripetuta, con il medesimo stanziamento, anche nei prossimi due anni (il termine per le iscrizioni al concorso è fissato al 7 settembre). Condizione per il rinnovo sarà l'aver superato tutti gli esami previsti dal piano di studi entro il 31 marzo 2008 con una media non inferiore a 27/30 e nessun voto al di sotto del 24. Così, per tutto il periodo della laurea di primo livello, i più meritevoli potranno contare su un totale di 12 mila euro da investire in libri, trasporti, eventuali vitto e alloggio per i fuorisede. Tra le università che partecipano all'iniziativa spicca la Bicocca di Milano, che mette a disposizione cinque borse per studenti che si iscrivono al corso di laurea in scienze e tecnologie chimiche dell'ateneo meneghino e una per il corso in scienze dei materiali.

Un discorso simile vale per la matematica. L'Istituto nazionale di alta matematica Francesco Severi di Roma ha bandito un concorso per 40 borse di studio, destinato a matricole di scienze matematiche di qualsiasi ateneo italiano.

A fine estate gli iscritti (c'è tempo fino all'11 settembre per presentare la domanda) saranno convocati per una prova scritta dalla quale emergerà una graduatoria dei più meritevoli. Le borse, da 4 mila euro l'anno, potranno essere rinnovate per tutto il percorso di studi sino al termine del corso legale.


Le condizioni per il rinnovo sono le stesse previste per le matricole di chimica.

Per le matricole di scienze e tecnologie fisiche sono a disposizione, infine, 43 borse annuali da 4 mila euro messe a disposizione dalla Società italiana di fisica (Sif). Condizioni e termini di partecipazione al concorso e di rinnovo delle borse sono gli stessi già visti per chimica e matematica, varia solo il termine per la presentazione delle domande, fissato al 1° settembre prossimo. Le università di Torino e Trento co-finanziano tre borse a testa, destinandole a iscritti presso le proprie sedi, così come fanno Ferrara, Pisa, Salerno e Trieste (due a testa).