Approda oggi in consiglio dei ministri il ddl
del responsabile della pubblica istruzione Beppe Fioroni.

Maturità, al via la controriforma.

Cambiano le regole degli esami. Premiati gli studenti migliori.

 da Italia Oggi del 4/8/2006

 

Arriva la controriforma della maturità. Approda oggi al consiglio dei ministri il disegno di legge del responsabile della pubblica istruzione, Beppe Fioroni, che rimette mano completamente agli esami di stato. Cambiano le prove, cambiano le commissioni esaminatrici, cambiano i compensi per i docenti, cambiano le regole per privatisti e candidati interni, ma anche quelle per proseguire gli studi all'università (si vedano le anticipazioni di ItaliaOggi dell'1 e 2 agosto scorsi). Una riforma organica, insomma, che recupera esperienze del passato, come il giudizio di ammissione abolito nel 1999, e al tempo stesso tenta un balzo in avanti, qualificando, per esempio, l'esame finale anche per l'accesso all'università.

Una riforma non più rinviabile, ha dichiarato più volte Fioroni incassando il plauso anche di Alleanza nazionale e Udc, visti i risultati negativi che l'esame dell'era Moratti ha sortito negli ultimi anni: se nel 1999 veniva promosso il 91,7% dei candidati, nel 2005 il livello è salito a quasi il 98%. Un dato che, anche alla luce delle rilevazioni internazionali, non è il frutto di un'accresciuta competenza dei giovani. Anzi. I diplomati hanno competenze sempre più basse. Ergo, è l'esame, complice anche la commissione esaminatrice costituita dagli stessi docenti del corso, a essere diventato più facile. Dal 2007 molto cambierà.

A partire, per esempio, dall'esame dei privatisti che Fioroni blinda nel tentativo di stroncare definitivamente i diplomifici. Chi si presenterà da esterno agli esami di stato dovrà sostenere le prove obbligatoriamente in una scuola della propria città di residenza. Solo nel caso in cui l'indirizzo prescelto non ci sia allora sarà possibile spostarsi nell'ambito provinciale.

E, se neanche questo basta, si potrà scegliere una scuola nella stessa regione e poi in altra regione. Lo stop ai viaggi della speranza, la speranza di un diploma facile, dovrebbe così tramontare. La riforma passa poi attraverso nuove commissioni. Addio ai commissari interni, ogni plenum sarà composto di sei docenti, di cui tre esterni. Esterno anche il presidente. Ogni commissione non potrà esaminare più di 70 alunni, compresi i privatisti, ossia due classi. Nella nomina dei commissari esterni si darà precedenza a chi lavora nella stessa città o provincia della scuola di destinazione (una normativa sulle incompatibilità eviterà conflitti di interessi). Questo dovrebbe servire a calmierare i costi di una maturità con commissari esterni. Complessivamente c'è uno stanziamento di 138 milioni di euro, contro i 100 milioni spesi per l'ultima sessione. Si conta infatti che la maggioranza dei commissari e dei presidenti possa essere della stessa città della sede d'esame, con compensi per le trasferte più bassi rispetto a quanto avveniva prima del 2001. Le nuove competenze potranno complessivamente (per la prestazione e l'eventuale trasferimento) oscillare dai 1.000 ai 300 euro.

Cambiano poi le prove: restano tre gli scritti, ma l'ultimo non sarà più organizzato dall'Invalsi, l'istituto nazionale di valutazione voluto dall'ex ministro dell'istruzione, Letizia Moratti: saranno le scuole, in piena autonomia, a decidere. E dovrà servire anche ad accertare la conoscenza della lingua straniera studiata. La votazione finale sarà sempre espressa in 100, ma cambia il peso delle diverse componenti: il credito scolastico, ossia la somma di quanto fatto alle superiori, sarà di 25 punti (era di 20), 45 andranno per le tre prove scritte, 30 per il colloquio. Per valorizzare ulteriormente il percorso di studi il ddl prevede che, con intesa con il ministero dell'università, il voto finale sia spendibile come credito per accedere alle università a numero chiuso.

Per migliorare poi l'orientamento è previsto che nell'ultimo anno della secondaria possano essere coinvolti anche docenti universitari. Il disegno di legge stanzia infine un fondo per le eccellenze degli studenti: 5 milioni di euro annui per premiare i più bravi e sostenerli nelle spese per la prosecuzione degli studi.

Il ddl sarà calendarizzato agli inizi di settembre al senato, dove tenterà il percorso parlamentare verso l'approvazione definitiva. Sempre a palazzo Madama è stata già depositata una proposta di legge di An (primo firmatario Giuseppe Valditara), che va nello stesso indirizzo della riforma Fioroni. Sarà su questi due testi che maggioranza e opposizione hanno promesso di dialogare. In caso di impossibilità a realizzare una riforma condivisa, Fioroni probabilmente opterà per inserire le norme del ddl nella Finanziaria, sede più complessa ma anche più sicura.