Mariangela Bastico: «Non ci saranno cambi traumatici».

«Una circolare sulle ultime novità».

Il vice ministro all’Istruzione ieri sera a Verona.

 

  P.Col. da L'Arena di Verona del 29/8/2006

 

«Qualcosa cambierà, ma non in maniera traumatica. Il primo settembre, comunque, il ministro della Pubblica istruzione invierà a tutte le scuole una circolare in cui verranno ripresi gli elementi innovativi che sono stati introdotti in questi primi tre mesi di lavoro». Intervenendo ieri sera alla Festainrosso di Rifondazione Comunista, in svolgimento ai giardini di Porta Catena, il vice ministro all’Istruzione, Mariangela Bastico, ha cercato di tranquillizzare chi - fra genitori e insegnanti - attende l’inizio delle lezioni con una certa apprensione. Che fine farà la riforma della Moratti, visto che anche il governo Prodi ha deciso di cambiare ciò che era stato da poco cambiato?

«Qualcosa deve essere migliorato», chiarisce il viceministro, che è stata assessore alla Pubblica istruzione della regione Emilia Romagna, in quota Ds, dal 2000 al 2005, «ma il governo Prodi rivendica di non aver usato nessuna tecnica abrogativa, a differenza di quanto fatto dal ministro Moratti. Noi useremo la tecnica che il premier Prodi ha definito del cacciavite: si smontano i pezzetti che non vanno e li sostituiamo, ma senza provocare scossoni o tensioni. Il nuovo anno scolastico partirà quindi in maniera tranquilla e serena».

Il viceministro elenca brevemente le novità salienti: «Per quanto riguarda la scuola dell’obblico, non ci sarà più il tutor, una figura superata con un accordo sottoscritto con le organizzazioni sindacali. Non ci saranno più nemmeno le materie cosiddette opzionali, perché tutti gli insegnamenti rientreranno nell’offerta formativa. Quanto al tempo pieno, verrà cancellata la soluzione aritmetica introdotta dal ministro Moratti, la famosa 27+3+10, e si farà un vero tempo pieno, fino al pomeriggio. Infine non verrà più attivato l’anticipo scolastico, a meno che non sussista un accordo in sede locale. A ogni buon conto, resta la scadenza del 27 febbraio».

Sui banchi delle superiori, gli studenti italiani troveranno «la scuola com’era», chiarisce Bastico, «poiché è stato deciso il blocco della riforma e della sperimentazione. Prima di cambiare, vogliamo ascoltare chi nella scuola opera: docenti, ma anche gli studenti. E il passo successivo sarà l’innalzamento dell’obbligatorietà scolastica a 16 anni. La scuola deve ritrovare la sua identità».

A preoccupare le famiglie, infine, è l’aumento del costo dei libri. «E non solo di quelli», commenta il vice ministro, «anche gli accessori scolastici costano una fortuna... Il governo è preoccupato, ma come uscirne? Le scuole potrebbero giocare un ruolo calmierante, in questo senso. Se introducessero, ad esempio, una sorta di divisa obbligatoria per gli studenti, non assisteremmo più alle sfilata di moda che certi alunni fanno in classe ogni giorno».
(pcol)