IL PROBLEMA DEI DECRETI UN INCONTRO CON IL MINISTERO
È PREVISTO PER IL 15 SETTEMBRE.

Dalle Regioni stop alla riforma.

La sperimentazione è ancora in forse Non potrà partire prima del 2006.

 da La Stampa  del 7/9/2005

 

ROMA
Che ne sarà della riforma della scuola? Formalmente tutto è ormai compiuto: i decreti applicativi sono stati tutti pubblicati in gazzetta, meno uno, che però è passato al consiglio dei ministri il 27 maggio scorso, e quindi, dovrebbe essere in dirittura d’arrivo. Ma proprio sul traguardo potrebbero esserci degli intoppi fatali.
Intanto il decreto in questione è quello di maggiore peso specifico, perché riguarda le superiori e l’istituzione del duplice canale degli otto licei da una parte (all’interno dei quali transiterebbe anche l’istruzione tecnica) e della formazione professionale, dall’altra. Le Regioni, che avrebbero competenze nella gestione della scuola e totale giurisdizione sulla formazione professionale, hanno chiesto uno stop al ministro per valutare l’impatto di questo importante travaso di competenze, sia da un punto di vista logistico che economico.

Un tavolo è stato avviato all’inizio del mese tra ministero e coordinamento degli assessori regionali all’Istruzione e una riunione conclusiva, in sede di Conferenza Stato-Regioni, è stata fissata per il 15 settembre. Ammesso che un accordo si possa trovare, il ministero dovrà comunque apportare alcune modifiche al decreto, recependo le istanze regionali. Dopo di che il testo dovrà passare all’esame del Parlamento che, legge alla mano, ha 60 giorni per deliberare: giorno più giorno meno, si va a finire a fine novembre.

Il ministro Moratti, invece, ieri è stata chiara e determinata: la legge delega scade il 17 ottobre prossimo ed entro quella data il decreto avrà concluso il suo iter, sarà tornato al consiglio dei ministri e potrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Ammesso che sia così, la sperimentazione del decreto quando potrà partire? Non prima del settembre 2006, cioè dopo le elezioni politiche che potrebbero indicare un governo diverso da quello attuale. E quindi tutto potrebbe essere messo in discussione.

«Il ministro Moratti - commenta la senatrice della Margherita Albertina Soliani - pensa di avere attuato la riforma con l'emanazione dei decreti attuativi della sua legge, peraltro sbagliati, confusi e dannosi per i ragazzi del nostro Paese. Ma il ministro sa che cosa vuol dire realizzare sul territorio edifici scolastici, tempo pieno, integrazione dei disabili, percorsi di qualità per tutti senza dividere i ragazzi italiani tra ricchi e poveri? Lo chieda alle Regioni, ai Comuni, alle Province e forse potrà capire la differenza che c'è tra l'emanare decreti impossibili da realizzare, senza logica e senza soldi, e riformare la scuola».

Ovviamente, alle critiche sindacali e del centrosinistra la maggioranza ha replicato con altrettanta decisione: «Davanti ai dati rilevanti forniti dal ministro Moratti - ha commentato il senatore Giuseppe Valditara, responsabile dell'Ufficio di Alleanza Nazionale per la scuola - che danno la misura degli importanti risultati raggiunti dal governo di centrodestra sul fronte dell’istruzione, la sinistra ripete il suo noioso e inconcludente ritornello propagandistico del “tutto va male”. La sinistra difende un modello arcaico di scuola che, in particolare in riferimento alle superiori, non valorizza le differenze, in nome di un egualitarismo infantile e utopico, quello che ha portato la preparazione dei nostri giovani ai livelli più bassi di tutto l'Occidente».