Rapporto ocse.

Buste paga senza sprint per i prof.

da ItaliaOggi del 20/9/2005

 

I docenti italiani continuano ad avere stipendi troppo bassi, soprattutto se confrontati con quelli degli altri paesi europei. Secondo i dati del rapporto Ocse 2005 appena pubblicato, lo stipendio annuale di un insegnante italiano dopo 15 anni di servizio supera a mala pena i 30 mila dollari, contro i quasi 40 mila di docenti spagnoli e inglesi, i 50 mila dei tedeschi. Per non parlare, poi, di paesi non troppo lontani e dissimili dal nostro, come la Svizzera, in cui lo stipendio a parità di anzianità arriva a quasi 60 mila e addirittura fino a 80 mila dollari per i docenti delle scuole del Lussemburgo che si pone così in vetta alla classifica. Dati poco confortanti, con i quali dovranno fare i conti sindacati e Aran, l'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, chiamati questa settimana a rinnovare il contratto 2004/05. Il tasso di incremento dei salari, fissato al 5,01%, non è comunque tale da invertire la rotta.

L'Italia, dice il rapporto, è penalizzata soprattutto dalla mancanza di meccanismi d'incentivo economico per chi sta in cattedra. Il salario sale, insomma, ma solo con l'anzianità di servizio. A braccetto con l'Italia solo Svezia e Grecia. Mentre il nostro paese supera l'Islanda, il Messico e la Repubblica Ceca, ultima in lista con uno stipendio annuo che non arriva a 10 mila dollari.

L'Ocse rileva come negli altri paesi l'esperienza professionale influenzi il salario, ma i modi e i tempi dei riconoscimenti variano molto. Secondo il rapporto, dal 1996 al 2003 le buste paga dei docenti a inizio carriera sono aumentate più velocemente di quelle di altre categorie di lavoratori. Questo forse per la volontà di attrarre nuovi insegnanti e che spiega perché i docenti delle scuole secondarie inferiori di Australia, Danimarca, Inghilterra, Nuova Zelanda, Finlandia e Scozia raggiungono il massimo stipendiale dopo sette-nove anni dall'inizio della carriera. Mentre ancora in Italia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Ungheria, Giappone e Corea si arriva a uno stipendio massimo solo al compimento dei 30 anni di servizio. Gli stipendi di metà carriera sono aumentati in modo relativamente rapido in Austria, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda e Portogallo, mentre ancora in Italia gli scatti di carriera e quindi di stipendio a metà percorso non esistono.