Scuola, riforma da rifare Rinvio al 2008 del II ciclo.

Il ministro Moratti tratta con le regioni. In soffitta la sperimentazione

da ItaliaOggi del 16/9/2005

 

La riforma della scuola è da rifare. La Moratti alza bandiera bianca e decide di trattare con le regioni. Rinviando al 2007/2008, ma anche oltre, se necessario, l'attuazione del secondo ciclo dell'istruzione scolastica. E sopprimendo ogni sperimentazione. Era il troncone più atteso della legge n. 53/2003, che doveva partire, stando all'articolato originario del decreto attuativo, dal settembre 2006. Ma invece niente da fare. Per i nuovi licei, la nuova formazione professionale, le passerelle tra un sistema e l'altro, bisognerà attendere.

Il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, d'intesa con il collega degli affari regionali, Enrico La Loggia, ha optato per la linea soft: niente scontro con le regioni (solo quattro erano a favore della riforma), ma disponibilità a rivedere il testo. Per farlo c'è almeno un anno in più a disposizione. Almeno, perché l'emendamento presentato dall'istruzione lascia intendere che il 2007/2008 è un termine minimo, non massimo. A questa condizione le regioni, a maggioranza, hanno dato il parere al decreto. Un parere che è negativo, ma che consentirà alla Moratti di andare avanti senza uno scontro istituzionale, portando in consiglio dei ministri il decreto per l'approvazione definitiva. La riforma della scuola nella sua interezza è stata compiuta, sulla carta. Salvo le intese con le regioni. E salvo i risultati dell'urna elettorale, che il prossimo aprile potrebbe anche sancire un esecutivo di colore diverso, intenzionato a rimettere mano all'impianto.

La scelta della Moratti non è stata comunque indolore e ha provocato qualche crepa nel centro-destra. Lombardia, Veneto, Molise e Sicilia hanno addirittura formulato un parere di minoranza, positivo sui contenuti della riforma e favorevole all'avvio delle sperimentazioni già da questo settembre. "La sperimentazione della riforma del secondo ciclo è rinviata al 2007", ha detto con tono categorico la Moratti. E a i giornalisti che le chiedevano se le regioni favorevoli a un'immediata sperimentazione potranno agire per proprio conto il ministro ha detto che "non hanno titolo per fare la sperimentazione, che è lasciata alle autonomie delle scuole".

A spiegare i motivi del parere negativo al decreto è Vasco Errani, presidente della Conferenza delle regioni: "I motivi principali sono che non si profila un sistema ma si esalta il dualismo tra il percorso liceale e quello della formazione professionale". Ha pesato poi l'incertezza sul destino degli attuali istituti tecnici, evidenziata anche dagli industriali, e sulle risorse a disposizione. "Apprezziamo l'apertura di una fase di confronto, ora lavoreremo assieme anche per garantire alle famiglie di poter scegliere con serenità dove iscrivere i propri figli. I vari percorsi saranno chiari e avviati tutti insieme". Un plauso allo stop della riforma giunge anche dal centro-sinistra ("Daremo parere negativo in parlamento", dicono Maria Chiara Acciarini e Albertina Soliani, rispettivamente capigruppo Ds e Margherita nella commissione istruzione al senato) e dai sindacati. "Evitati danni irreversibili per la scuola", dice Enrico Panini, della Cgil scuola. ´Andare avanti significa creare solo scompiglio', aggiunge Massimo Di Menna, segretario della Uil scuola. "Alla fine una scelta di saggezza", è il commento di Francesco Scrima, Cisl scuola. Sempre ieri il Cnpi, il Consiglio nazionale della pubblica istruzione, si era espresso sulla richiesta di sperimentazione della nuova secondaria per il 2006 avanzata dalla Moratti, e ormai superata dai fatti: anche in questo caso, una richiesta di rinvio.