Secondo ciclo:

no delle Regioni, ma il decreto va in Parlamento.

Importanti modifiche alla bozza di decreto sulla riforma del secondo ciclo: avvio a partire dal 2007/2008, aumento della quota oraria di flessibilità dal 15 al 20%, trasferimento delle risorse alle regioni. L'approvazione avverrà entro il 17 ottobre.

R. P. da La Tecnica della Scuola del 16 settembre 2005

 

Tutto come previsto: nel corso della seduta del 15 settembre la Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere contrario sulla bozza di decreto presentata dal Ministro anche se molti degli emendamenti proposti dalle regioni stesse erano stati accolti dal Governo (aumento della quota di flessibilità oraria dal 15 al 20%, trasferimento alle regioni delle risorse finanziarie, riconoscimento dei poteri organizzativi delle regioni su tutto il sistema di istruzione e non solo in materia di istruzione professionale).

Nella bozza presentata dal Governo si parla di rinviare l’avvio della riforma al 2007/2008 e questo aspetto è stato valutato favorevolmente anche dai presidenti delle Regioni che hanno votato contro il decreto (tutte tranne Lombardia, Veneto, Molise e Sicilia).

"La decisione di rinvio - sottolinea il segretario nazionale di UilScuola - evita lo scontro istituzionale e consente di individuare soluzioni condivise. Ora va utilizzato bene il tempo e avviato subito un negoziato triangolare Governo - Regioni - Sindacato".

"In realtà - sostiene Francesco Scrima, segretario di CislScuola - non emergono reali prospettive per la soluzione delle vere questioni di fondo, che attengono alla identità unitaria del sistema educativo e alla imprescindibile garanzia della pari dignità di tutti i percorsi".

A preoccupare i sindacati è soprattutto il problema della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni (non sempre chiara) con l’evidente rischio di perdita dell’impostazione unitaria e nazionale del sistema scolastico.Anche Enrico Panini esprime il proprio "apprezzamento per il successo conseguito dalle Regioni".

Resta però anche per Cgil-Flc l’assoluta contrarietà al decreto, in particolare per quanto attiene la dualità del sistema, la precocità della scelta della scuola superiore,
la mancata pari dignità dei percorsi e "la più assoluta incertezza dei destini dell’istruzione tecnica e professionale, nonché del personale".

Nei prossimi giorni il decreto verrà trasmesso alle Commissioni parlamentari che potrebbero prenderlo in esame il 6 e il 7 ottobre in modo da consentire al Governo di approvarne il testo definitivo entro il 17 ottobre.