Secondo ciclo/2:

ma Forza Italia insiste per l'avvio dal 2006.

TuttoscuolaNews N. 211, 19/9/2005

 


Mentre opposizione e sindacati esprimono soddisfazione per l'esito della Conferenza unificata con il rinvio della riforma per il secondo ciclo e della sua sperimentazione, Forza Italia dà chiari cenni di non gradimento, preparando una rivalsa in Parlamento.

"Forza Italia non può condividere ne’ il rinvio dell'attuazione della riforma Moratti al 2007/8, ne’ la rinuncia alla sperimentazione nazionale degli ordinamenti prima dell'avvio dei nuovi percorsi" ha affermato il capogruppo in commissione cultura della Camera Fabio Garagnani. "Forza Italia preannuncia, per questo, che nel prossimo passaggio parlamentare condizionerà il proprio parere favorevole al Decreto, al ripristino dell'avvio al 2006/7 e alla sperimentazione immediata degli ordinamenti delle scuole che lo vorranno".

Propositi bellicosi, dunque, con i quali Forza Italia prende anche le distanze dal ministro Moratti, che invece si è dichiarata soddisfatta del risultato e del rinvio.

Anche Alleanza Nazionale, pur esprimendo (a differenza di FI) apprezzamento alla Moratti per aver saputo condurre in porto il dialogo con le Regioni, medita un ribaltone. "Riteniamo - ha detto il senatore Valditara, responsabile scuola di AN - che in Parlamento ci possano essere le condizioni per anticipare al 2006 l'avvio della riforma".

Alla posizione di FI ha fatto eco il gruppo delle quattro regioni del centrodestra che in Conferenza unificata non hanno condiviso la posizione della maggioranza delle regioni e che continuano a ritenere opportuna la sperimentazione da subito.

L'onorevole Mario Mauro, responsabile scuola di Forza Italia e vicepresidente del parlamento europeo, si profonde in apprezzamenti verso il sottosegretario Valentina Aprea, lasciando intendere in tal modo di non apprezzare l'intesa politica della Moratti con le Regioni.

Mauro insiste sulla necessità di dare attuazione alla sperimentazione dal 2006, visto che da alcune dichiarazioni dello stesso ministro risulterebbe che il suo rinvio sarebbe non di un solo anno ma di due.

Insomma, passato il Rubicone della Conferenza unificata, i problemi per il varo del decreto in Parlamento potrebbero venire dalla maggioranza?