Alla Camera Forza Italia fa sul serio:

vuole la riforma del 2° ciclo dal 2006.

da Tuttoscuola, 29 settembre 2005

 

Le Commissioni Cultura della Camera e la Commissione Istruzione del Senato hanno iniziato da pochi giorni l’esame dello schema di decreto legislativo sul 2° ciclo che dovrà tassativamente essere adottato dal Consiglio dei Ministri entro il prossimo 17 ottobre, pena la sua decadenza.

Mentre al Senato tutto procede per il momento tranquillamente, alla Camera il relatore Garagnani di Forza Italia ha preso le distanze dalla riscrittura del testo avvenuta in Conferenza unificata da parte del ministro Moratti e del ministro La Loggia relativamente al rinvio della riforma al 2007-2008, anziché dal prossimo anno, e alla sospensione di ogni sua sperimentazione.

Garagnani - pur esprimendo condivisione per un nuovo percorso istituzionale di attuazione della riforma che prevede un più incisivo coinvolgimento delle Regioni - ha espresso forti riserve per il rinvio all’anno scolastico 2007/08 dell’avvio del nuovo ordinamento, ritenendo del tutto ingiustificato («...e addirittura contraddittorio con la gradualità attuativa da tutti proclamata....») il rigido divieto ad avviare l’attuazione della riforma attraverso una fase sperimentale.

Come relatore di maggioranza, Garagnani ha affermato che inviterà la commissione a subordinare il proprio parere favorevole alla condizione che al decreto vengano apportate le modifiche da lui richieste, riassumibili nel mantenere l’avvio della riforma all’a.s. 2006/07 e a rimuovere il divieto di effettuare sperimentazioni.

C’è chi dice che dietro all’iniziativa di Forza Italia vi sia il sottosegretario on. Valentina Aprea, che non ha nascosto di non condividere la decisione del suo ministro di spostare di un anno l’avvio della riforma del 2° ciclo.

Si sa che comunque il parere del Parlamento non vincola la decisione finale del Governo, ma se Forza Italia insisterà nel chiedere di riconfermare il vecchio testo non gradito alle Regioni, si aprirebbe un inaspettato vulnus politico all’interno di questa maggioranza sofferente.