Sentenza TAR sulle graduatorie:

è terremoto o no?

da TuttoscuolaNews N. 214, 10 ottobre 2005

 

Ma davvero la recente sentenza del Tar del Lazio che riconosce agli iscritti nelle permanenti di ottenere fino a 12 punti all'anno (anzichè i 6 previsti fino ad ora) per servizi prestati in altra classe di concorso, potrebbe sconvolgere le graduatorie e costringere a rivedere le nomine già disposte?

Il rischio potenziale c'è, ma ancora nessuno sa quante posizioni dovrebbero essere riviste e con quali effetti sulle nomine di supplenze annue conferite (le nomine in ruolo sembrano escluse).

I sindacati, con posizioni diverse, sono tutti preoccupati, mentre il Miur butta acqua sul fuoco.

In un comunicato di viale Trastevere si sostiene infatti che "la sentenza sia frutto di una non esatta valutazione di una situazione complessa. L'Amministrazione, pertanto, sta proponendo appello al Consiglio di Stato. Il caso concreto dei ricorrenti, comunque, non incide sulle graduatorie che di conseguenza non sono soggette a revisione".

Panini, per la FLC Cgil, va giù duro, affermando che "l'inefficienza del Ministero diretto dal Ministro Moratti è tale che siamo, ormai, in 5 anni, alla decima correzione delle graduatorie in seguito a sentenze di un Tribunale Amministrativo. Il Ministro Moratti, che anche recentemente ha garantito ai cittadini italiani il regolare avvio dell'anno scolastico, dovrebbe chiedere loro scusa considerando che questa sentenza del TAR, che comporta il rifacimento di diverse migliaia di posizioni in graduatoria, era nota da tempo".

Scrima, per la Cisl-scuola, sembra più conciliante e preoccupato, e, dopo aver precisato di non disporre di elementi che definiscano l'ampiezza del fenomeno, ritiene che il MIUR debba "intervenire con una sollecita iniziativa, equilibrata, rassicurante, sostanzialmente giusta e perciò decisiva, per evitare una ulteriore serie di contraccolpi che si aggiungerebbero a quelli già presenti per il ritardo di alcune nomine. È da evitare - conclude Scrima - che sia penalizzata la continuità dell'attività educativo didattica delle scuole" con il solito balletto di insegnanti.