Il ministero dell'economia ha espresso il suo parere.
La parola ora passa al consiglio dei ministri.

Contratto scuola verso lo sblocco.

Ma restano al palo 6 rinnovi per difficoltà di carattere tecnico

da ItaliaOggi del 27/10/2005

 

Verso lo sblocco il contratto della scuola. Potrebbe arrivare dal prossimo consiglio dei ministri il via libera alla preintesa sottoscritta il 22 settembre scorso da Aran e sindacati per rinnovare il contratto 2004/05. Il ministero dell'economia ha dato ieri, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, il parere tecnico necessario.
Il testo può dunque essere presentato alla prima riunione del consiglio dei ministri utile, ossia quella di domani. Restano invece ancora al palo altri sei contratti, per i quali manca l'atto di indirizzo.

Per questi, ossia enti locali, parastato, presidenza del consiglio dei ministri, università e ricerca, c'è una buona probabilità che gli aumenti slittino al 2006. Stessa sorte potrebbe toccare anche a sanità e agenzie fiscali, per i quali le trattative sono in corso. Senza nessuna previsione di legge, come invece era stato ventilato in riferimento alla Finanziaria, la partita contabile degli aumenti per 1,7 milioni di lavoratori pubblici finirebbe dunque automaticamente sul 2006. Una scelta che non è politica, spiega Learco Saporito, sottosegretario alla funzione pubblica: ´Ci sono state difficoltà prima dell'intesa del maggio scorso, ora si tratta dei tempi tecnici, che spesso possono essere lunghi. Ma che gli aumenti arrivano a dicembre o a gennaio, ai lavoratori arriveranno, e con tutti gli arretrati', dice Saporito.

Non condivide l'idea di un complotto ai danni dei lavoratori del pubblico impiego neanche Guido Fantoni, presidente dell'Aran. L'agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego chiede però a gran voce chiede che sia rimesso mano all'iter. ´il problema e è che ci sono dei buchi neri prima e dopo la trattativa in sede tecnica, ed su questo che bisognerebbe intervenire', spiega Fantoni.

La procedura prevede che i comitati di settore, che rappresentano la parte datoriale, mettano a punto la direttiva, recante l'indicazione delle linee guida per la disciplina normativa e/o economica. L'atto di indirizzo deve essere poi approvato dal governo e inviato all'Aran, per l'apertura del confronto. Trovata l'intesa, nel caso della scuola sono state sufficienti due settimane, l'articolato va al dicastero dell'economia per il parere di sostenibilità finanziaria.

Nessun termine è previsto per il rilascio del parere. Solo dopo torna al consiglio dei ministri per il via libera. A questo punto l'accordo contrattuale debutta alla Corte dei conti, che ha 15 giorni di tempo per la certificazione. Se la certificazione è positiva, l'articolato è pronto per essere firmato definitivamente da Aran e sindacati. In caso contrario, deve essere rivisto, seguendo le indicazioni della magistratura di controllo.

´È un iter nel quale, per assurdo, possono passare due mesi come due anni per rinnovare un contratto', dice Fantoni, ´la fase delle trattative è l'unica per la quale è possibile sapere a che punto sono le cose e perché ci siano eventuali blocchi'.

Per comparti come la ricerca, va rinnovato ancora il quadriennio 2002/05, con un ritardo che dunque rasenta i quattro anni.

La scuola potrebbe comunque vedere entro fine dicembre l'arrivo in busta paga degli aumenti. Se la preintesa dovesse essere approvata dal prossimo plenum di Palazzo Chigi, entro metà novembre dovrebbe arrivare anche il via libera della Corte dei conti.

Lo stipendio di dicembre, dunque, dovrebbe già recare la prima tranche di aumento pari al 4,31%, più uno 0,7% che sarà distribuito attraverso il fondo delle stesse scuole appena approvata la legge finanziaria 2006.

´Se il governo vuole smentire che c'è il progetto di far slittare tutti gli aumenti al 2006, lo deve dimostrare nei fatti, approvando i contratti già firmati', sollecita Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil. Se tutti i contratti della p.a., che interessano circa 3 milioni di lavoratori, dovessero slittare, il bilancio 2005 potrebbe vantare un minor passivo pari allo 0,3% del pil.