Secondo ciclo/3.

Parte un nuovo conto alla rovescia.

da Tuttoscuola del 30/10/2005

 

Il ministro Moratti con le predette modifiche al testo del decreto ha rotto un precario equilibrio collaborativo che aveva consentito di non inasprire il conflitto istituzionale con le Regioni. A questo punto è prevedibile che esse non mancheranno nelle sedi competenti di accusare il Governo di scarsa sensibilità istituzionale.

Al di là della dialettica politica, è di tutta evidenza la sproporzione tra la complessità della materia da affrontare - che richiede anche la condivisione e la partecipazione del sistema delle autonomie locali - e i tempi stabiliti (31 dicembre 2005) per la programmazione territoriale dell’offerta formativa di distribuzione dei percorsi liceali e di istruzione e formazione professionale.

Il differimento del termine di avvio del processo attuativo della riforma all’anno scolastico e formativo 2007/2008 e la richiesta di soprassedere ad ogni ipotesi di sperimentazione ordinamentale sarebbero serviti per avviare iniziative di approfondimento congiunto tra MIUR e Regioni per definire un sistema educativo davvero unitario e di pari dignità culturale ancorché internamente articolato in un percorso dei licei e in un percorso di istruzione e formazione professionale. Il massimo possibile chiarimento sulle questioni indicate nel primo comma dell’art 27, che non può essere realizzato in poco più di un mese, è la condizione per realizzare la riallocazione della distribuzione sul territorio dell’offerta formativa di competenza delle Regioni.

Il punto e a capo del ministro dell’istruzione rischia di rivelarsi un’occasione perduta e di concorrere a rafforzare la posizione di chi chiede l’abrogazione della riforma come primo atto del nuovo governo nel caso di cambio di maggioranza.