Berlusconi ha accettato la battaglia campale sulla riforma
per ottenere l´assenso del ministro per la corsa a sindaco

Patto con la Moratti, la posta è Milano.

Il retroscena: Tocci, ds: così si spiega la presenza compatta dei ministri

Ma. Re  la Repubblica del 26 ottobre 2005

 

ROMA - Sono in molti a chiedersi perché sul ddl sui docenti universitari l´asse Moratti-Berlusconi sia stato d´acciaio. Voto di fiducia al Senato, e dopo meno di un mese in aula alla Camera, malgrado l´incostituzionalità di un comma che lede l´autonomia degli atenei. C´è chi è convinto di sapere il perché. Il parlamentare dei Ds Walter Tocci spiega: «L´accordo è chiaro: la Moratti ha chiesto al premier l´approvazione del ddl prima di accettare la candidatura a sindaco di Milano. Lo dimostra la compattezza della maggioranza in aula, la presenza di tutti i ministri. Cose che accadono solo nelle grandi occasioni, quelle che interessano davvero il premier». Un patto confermato, sotto promessa di anonimato, da esponenti della maggioranza. Il testo del disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti universitari era «in sonno» per quasi tre anni. Poi, lo scorso luglio, il ministro decide di bruciare le tappe. A settembre scoppia la bagarre. La Conferenza dei Rettori boccia senza mezzi termini il testo del ddl, gli studenti, i ricercatori precari e non solo loro preparano le barricate. La Moratti ripete: «Siamo aperti al confronto, il disegno di legge non è intoccabile». I rettori accettano di dialogare. Ricercatori e docenti no. Ma per il ministro è solo un modo per prendere tempo. E gli altarini si scoprono a fine settembre. Il testo è in discussione in commissione al Senato. In aula si parla delle dimissioni del ministro dell´Economia Siniscalco. D´improvviso cala in aula il ddl. Voto di fiducia e via. Stesso copione alla Camera. C´è un vizio di costituzionalità? Va bene lo stesso.