Il blocco dell'Ateneo milanese. Continuano le mobilitazioni in molte città.

Guarini, rettore della Sapienza: "Così rischiamo di chiudere"

Dario Fo nella Statale occupata

dalle università appello a Ciampi.

Daniele Semeraro la Repubblica del 30 ottobre 2005

 

ROMA - Dopo il via libera al decreto Moratti sullo stato giuridico della docenza universitaria la protesta negli atenei non si ferma. Dai ricercatori continuano a giungere appelli a Ciampi: "Non è detto che la legge venga firmata dal Presidente della Repubblica - ha detto Marco Merafina, del coordinamento nazionale ricercatori universitari -. Non si tratta solo di salvare l'università, ma di ripristinare la legalità più volte calpestata. La strada del provvedimento può ancora essere arrestata".
Grnde fermento a Milano. Dopo il sit in di venerdì con circa un migliaio di manifestanti che ha accompagnato l'inaugurazione dell'anno accademico della Bocconi (dove era prevista la presenza del ministro Moratti che ha dato forfait), ieri un sabato caldo con l'occupazione della Statale. E, come era accaduto venerdì, a sorpresa agli studenti si è unito Dario Fo, candidato sindaco alle primarie di Milano. Polemica politica con i Ds ("La sinistra moderata non mi vuole ma io vado avanti lo stesso") e poi una lezione contro le due riforme dell'istruzione.

Un intervento applauditissimo, un po' lezione e un po' comizio: "Dovete spiazzare con forme di lotta nuove quelli che cercano di addormentarvi". E ancora: "La distanza tra la pratica e lo studio è grandissima, la nostra scuola è vecchia anche come scuola del capitalismo, manca il confronto; siamo dei retrogradi, siamo gente che non respira, che non capisce che bisogna cambiare". Poi il duro attacco ai capisaldi della riforma Moratti. Secondo Fo, "lo Stato ha il dovere di interessarsi della scuola pubblica per intero, perché prima si pensa al pubblico e poi al privato: questo è il modo di costruire una scuola rivoluzionaria in un periodo in cui c'è bisogno di cambiamento". Conclusione: "Frammentare la cultura è il più grave errore che si possa commettere, per questo la riforma dell'università è da rifiutare".
 

All'Università "La Sapienza" di Roma, dopo l'occupazione della maggior parte delle facoltà, lo stato di agitazione rimane. Nella notte una grande festa con un happening notturno di concerti, film e azioni teatrali ha coinvolto tutto l'ateneo con la collaborazione dei lavoratori dello spettacolo da settimane in agitazine contro i tagli per il settore previsto dalla legge finanziaria. Con la festa si è conclusa la prima fase del kovimento di occupazione iniziata il 10 ottobre scorso. "Rimarranno occupazioni simboliche a Fisica, Lettere e Scienze politiche - dicono gli studenti - ma la battaglia va avanti". A partire da una nuova mobilitazione annunciata per il 4 novembre.

In campo c'è anche Renato Guarini, rettore del primo ateneo romano: "Sono sceso in piazza perché ho voluto dimostrare la mia solidarietà a tutto il mondo universitario. Spero che se ne esca con il ritorno alla ragione. Ma anche con una ripresa del dialogo tra i rettori ed il governo". E, sui problemi economici scaturiti dall'approvazione della riforma e della Finanziaria, dice: "Farò quel che posso. La gestione finanziaria è già stata razionalizzata al massimo. L'università rischia di morire".
A "Roma Tre" la facoltà di Architettura, nella sede dell'ex mattatoio, è simbolicamente occupata dagli studenti, che ricordano che è la prima volta che ciò avviene in questo ateneo. La didattica è bloccata e si sta svolgendo una "occupazione simbolica interfacoltà". Gli studenti, in particolare, ricordano che "la mobilitazione di questi giorni riguarda solo in parte il Ddl Moratti, dato che essa mira a contestare anche le precedenti riforme dell'ordinamento universitario come la Zecchino". A protestare anche il Rettore Guido Fabiani: "Nella Finanziaria si profilano tagli devastanti, si prevedono tagli per 60 milioni di euro, gli atenei non ce la possono fare. Qualunque ministro dovesse succedere alla signora Moratti - conclude -, dovrà necessariamente rimettere mano a questa materia, pena il collasso dell'Universita". Della stessa opinione il rettore della Sapienza Renato Guarini, che ieri ha preso parte al sit in a Montecitorio, che parla di probabile "baratro finanziario".

La protesta è approdata nel fine settimana anche all'Eurochocolate, la grande fiera del cioccolato che si tiene ogni anno a Perugia. Al grido di "aiutateci a fermarla" un gruppo di studenti e ricercatori hanno portato in processione una grande torta (raffigurante l'università), cercando di difenderla dal ministro Moratti, impersonato da una precaria, che la voleva tagliare. Alla fine, però, con una sorta di spada il tanto temuto taglio è avvenuto, e la torta è stata distribuita ai presenti. "Tutto il mondo universitario italiano - ha detto una ricercatrice precaria della facoltà di Lettere - si è espresso contro questa legge, perchè di fatto andrà a danneggiare la ricerca e la didattica dell' Università pubblica invece di risanarla. Avrà quindi - ha aggiunto - conseguenze gravissime per l'intero paese".
All'Università Cà Foscari di Venezia prosegue l'occupazione da parte degli studenti del rettorato. Circa una trentina di ragazzi hanno dormito all'interno della sede universitaria. Anche oggi gli studenti sono intervenuti nelle aule chiedendo la sospensione simbolica delle lezioni, cosa che è stata accordata da diversi insegnanti.
Grande mobilitazione anche negli altri atenei italiani, tra cui Padova, Firenze e Napoli in prima linea. Stessa situazione a Bologna, dove come forma di protesta alla facoltà di Agraria sono state ritirate da ricercatori e docenti 34 domande di incarico diretto per altrettanti corsi di insegnamento. A Trento alcune centinaia di studenti hanno manifestato ieri davanti al Museo di Arte Moderna e Contemporanea (Mart) e, con in sottofondo musica sparata ad alto volume, hanno esposto striscioni e distribuito volantini per spiegare i motivi della protesta. Intensificata la mobilitazione anche negli atenei milanesi e a Sassari.