SCUOLA. Il ministro Moratti rassicura: «Nessuna rivoluzione».

Graduatorie, si teme il caos.

Il Tar cambia i punteggi per gli insegnanti precari.

 Il Giornale di Vicenza dell'8/10/2005

 

Roma. Nessuna rivoluzione. Le graduatorie permanenti provinciali dei docenti sono «regolari». Lo dice chiaro e tondo il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, mentre una sentenza del Tar laziale rischia di aprire un nuovo fronte di caos e polemiche: tutto resta com’è, rassicura viale Trastevere. Il verdetto del Tribunale amministrativo stabilisce che gli insegnanti inclusi negli elenchi per le supplenze e le immissioni in ruolo se non raggiungono il massimo del punteggio di servizio possono far valere anche più di 6 mesi di servizio per anno scolastico. In pratica, la sentenza annulla la normativa che prevede il divieto di far valere più di sei mesi di servizio per anno. Così, il servizio prestato in altra classe di concorso-ordine di scuola, se la sentenza venisse confermata anche in secondo grado, diventerebbe trasferibile per intero e, in caso di incarico annuale, potrebbe garantire fino a 12 punti, contro i 6 previsti fino a oggi.

«È chiaro che, essendo le sentenze del Tar immediatamente esecutive, se non ci sarà l’appello al consiglio di Stato da parte del ministero dell’Istruzione» ha subito osservato la Flc-Cgil «questa sentenza determinerà una vera rivoluzione nelle graduatorie, con rifacimento delle nomine e un ulteriore contenzioso da parte di tutti coloro che, attenendosi alle disposizioni, avevano indicato solo 6 mesi di servizio non specifico».

Anche al Cisl-Scuola è scesa in campo, chiedendo al Ministero «una sollecita iniziativa, per evitare un’altra serie di contraccolpi che si aggiungerebbero a quelli già presenti per il ritardo di alcune nomine». Secondo il segretario generale del sindacato Francesco Scrima, tale sentenza «pone seri problemi per il prosieguo dell’anno scolastico appena iniziato, dal momento che vengono messe in discussione le graduatorie che hanno dato il via alle nomine degli insegnanti, a cominciare da quelle a tempo indeterminato». Così si «gettano nel caos i lavoratori e le lavoratrici precarie della scuola», hanno commentato i Cobas della scuola, a detta dei quali «il problema ormai è politico, cioè la ferrea volontà dell’amministrazione e del governo di perseguire a tutti i costi la politica della precarizzazione nella scuola pubblica».

Ma il ministero di viale Trastevere non ha fatto attendere la replica. La sentenza sarebbe «frutto di una non esatta valutazione di una situazione complessa». Il ministero fa sapere di voler opporre appello al Consiglio di Stato ma che, comunque, non ci sarà nessuna rivoluzione: il caso concreto dei ricorrenti non incide sulle graduatorie che, di conseguenza, non sono soggette a revisione, precisa una nota ufficiale del Ministero.

Ma il segretario generale della Flc-Cgil, Enrico Panini, rincara la dose: «L’inefficienza del Ministero diretto dal ministro Moratti è tale che siamo, ormai, in cinque anni alla decima correzione delle graduatorie in seguito a sentenze di un tribunale amministrativo». «Il ministro Moratti» continua «dovrebbe chiedere scusa» considerando che la sentenza del Tar poteva essere facilmente prevista.