L’ora di religione si può rivedere.

Dedalus, da ScuolaOggi dell'1/11/2005

 

“Sarebbe un errore storico abolire il Concordato, ma l’ora di religione si può rivedere”.

Così dichiara Gennaro Acquaviva, il principale collaboratore di Bettino Craxi all’epoca della trattativa per la revisione dei Patti Lateranensi del 1984 che portò alla storica firma del Concordato tra Stato italiano e Chiesa cattolica. Succede nel bel mezzo del dibattito aperto nel corso del Congresso radicale, dopo che Enrico Boselli, segretario dello Sdi, in un suo intervento ha rilanciato di fatto la campagna anticoncordataria, con un esplicito riferimento alla laicità dello stato.

Il giorno dopo, Gennaro Acquaviva, vero e proprio consigliere del principe ai tempi del Concordato e tuttora socialista, rilascia un’intervista a un importante quotidiano nazionale nella quale sostiene che “il principio concordatario va difeso con forza”. “Il Concordato del 1984 – dice Acquaviva - è uno strumento utile e necessario di regolamentazione tra gli interessi dello Stato italiano e quelli della Chiesa cattolica, soggetti che insistono sullo stesso territorio”. Ma alla domanda “allora non c’è nulla da rivedere?” risponde: “l’ora di religione a scuola: va rivista o deconfessionalizzata o con soluzioni intermedie”.

 

Fa piacere che anche uno degli esponenti socialisti che ebbe un ruolo di primo piano e contribuì alla definizione degli accordi del 1984 con la Chiesa cattolica, pur non mettendo in discussione la necessità del Concordato, riapra la questione dell’ora di religione nella scuola pubblica.

Ricordiamo che da tempo Scuolaoggi insiste sulla necessità di rivedere l’attuale collocazione dell’insegnamento della religione cattolica. Se è un insegnamento non obbligatorio ma facoltativo (nel senso che si può scegliere se avvalersene o meno, secondo quanto prevede appunto il Concordato in materia), allora - alla luce della stessa riforma Moratti - va collocato nelle ore facoltative-opzionali e non nell’orario di base comune a tutti gli alunni.

 

Non si tratta qui di fondamentalismo laicista e radicale. A nostro avviso rivedere la normativa sull’ora di religione vuol dire riaffermare il carattere laico della scuola pubblica e di Stato ed evitare discriminazioni e differenziazioni nei confronti di qualsiasi confessione religiosa. Va bene l’insegnamento della storia delle culture religiose. Non va bene l’insegnamento di una confessione religiosa, quella cattolica, all’interno dell’orario base, curricolare.