Circolare Inps
Gli insegnanti precari possono autodichiarare i servizi utili per
l'indennità.
La questione ATA sul tavolo del governo.
Abbreviati i tempi necessari per istruire e
liquidare le pratiche
da
ItaliaOggi dell'1/11/2005
La scuola deve fare i conti con una questione
Ata. Mai come in questi ultimi anni si è assistito a una politica
miope da parte del governo e del ministero dell'istruzione rispetto a
professionalità che nella scuola sono insostituibili perché assicurano
assistenza alla persona e funzionamento dei servizi tecnici e
amministrativi.
Nonostante l'enfasi governativa e ministeriale sugli interventi a
sostegno del sistema scolastico formativo i problemi sono aggravati.
Infatti, le scelte politiche concrete sul settore vanno in tutt'altra
direzione, alimentando nel personale (oltre 250 mila dipendenti, un
quarto dell'intero universo dei lavoratori) una crescente sensazione
di marginalità del proprio lavoro e del proprio ruolo professionale
nella scuola.
Basta analizzare la situazione:
-
nonostante la percentuale dei posti vacanti sia
di circa il 30% (costituendo una sacca di precariato che non ha eguali
nella scuola) non c'è da parte del governo alcuna ipotesi di piano
programmato di assunzioni a tempo indeterminato;
-
la legge finanziaria 2003 ha decretato pesanti
riduzioni di organici, causando crescenti difficoltà al funzionamento
dei servizi ordinari nonché un aggravio dei carichi di lavoro, e ha
aperto la strada alla diffusa esternalizzazione di alcune funzioni;
-
il processo di decentramento amministrativo
messo in atto dal ministero si è tradotto nel tempo in puro e semplice
scarico sul lavoro delle segreterie di competenze e di incombenze
amministrative e contabili, senza il supporto di un efficiente e
integrato apparato di servizi informatici;
-
i processi di formazione del personale, appena
avviati, rispetto all'evoluzione delle responsabilità professionali
che l'autonomia ha sollecitato sono ancora inadeguati e a rischio di
blocco per effetto del rastrellamento delle risorse dedicate operato
dal recente decreto taglia-spese;
-
l'attuazione degli istituti contrattuali
relativi alla mobilità verticale e alla valorizzazione professionale
si scontra con i pesanti impedimenti, recentemente verificati anche in
sede di rinnovo del contratto del secondo biennio, messi in atto dal
ministero dell'economia, dai dicasteri dell'istruzione e dalla
funzione pubblica.
Se poi il ddl di riforma degli organi collegiali, sostenuto
dall'attuale maggioranza parlamentare, prefigura l'esclusione della
rappresentanza professionale del personale Ata dagli organi di governo
e di gestione della scuola, la sensazione di marginalità trova piena
conferma sul piano generale. La questione Ata tocca dunque tanto la
funzionalità complessiva dei servizi della scuola dell'autonomia
quanto le condizioni di lavoro del personale, sotto il profilo delle
responsabilità e dei carichi di lavoro. Su questo fronte la decisione
di una mobilitazione confederale è stata presa per dare sostegno alla
richiesta di un cambio deciso di rotta e di una politica di sviluppo
del settore amministrativo, tecnico e ausiliario. È in gioco la
dignità del lavoro del personale ausiliario, tecnico e amministrativo,
il ruolo che esso assume nei processi di organizzazione e gestione
della scuola dell'autonomia, la qualità del servizio scolastico
tout-court.