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Pioggia di soldi per gli istituti di Pera e Tremonti.

Beneficiati quello voluto dal ministro dell’Economia
e le due scuole sponsorizzate dal presidente del Senato.

Valeria Giglioli l'Unità del 14/11/2005

 

LA MANNAIA della Finanziaria è calata anche sull'Università. Con qualche «piccola» eccezioni. Perché la legge di bilancio contiene un gentile omaggio per gli accademici più cari al presidente del Consiglio. Ci sono infatti pochi, selezionatissimi istituti che, in totale controtendenza, riceveranno finanziamenti stabili e generosi in virtù di un emendamento comparso all'improvviso. Il primo è l'Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, creatura del ministro Tremonti: per un unico settore di ricerca, la robotica umanoide, l'istituto riceverà ogni anno, fino al 2014, fondi che ammontano a 125 milioni di euro.

Peccato che per tutta la ricerca universitaria italiana gli stanziamenti non supereranno i 100 milioni. Ancora: improvvisamente nella Finanziaria appare anche un finanziamento stabile di 3 milioni di euro all'anno, per altre due istituzioni. Non si fanno nomi, ma i rimandi a decreti delineano in modo inequivocabile i profili di due Scuole di studi avanzati, una a Firenze, l'altra a Lucca. Il modello è quello dell'eccellenza fatta con i soldi, il progetto che emerge dalla Finanziaria è quello di trasformare scuole di dottorato nate dalla collaborazione di più atenei in due research universities, autonome e finanziate dallo Stato. L'istituto di Lucca è la Scuola di Alti Studi Imt, fortemente voluta dal presidente del Senato Marcello Pera (tanto che le riunioni per deciderne il futuro si tengono talvolta a Palazzo Giustiniani). Inaugurata in pompa magna nel marzo di quest'anno, alla presenza di una contestatissima ministra Moratti, è nata dalla collaborazione tra quattro atenei: la Luiss di Roma, il Politecnico di Milano, la Scuola Sant'Anna di Pisa e l'Università di Pisa. Ha drenato la quasi totalità dei fondi destinati alla formazione superiore delle Fondazioni bancarie e degli enti locali, che la finanziano generosamente. E tra i dirigenti e i docenti spiccano parecchi personaggi molto vicini alla seconda carica dello Stato. Primo tra tutti Gaetano Quagliarello, direttore del Consorzio interuniversitario che ha dato vita alla scuola, e coordinatore di uno dei dottorati, che è anche il consigliere per gli affari culturali del presidente del Senato. Oltre ad essere presidente della Fondazione Magna Carta di cui Pera è a sua volta "presidente d'onore". Ma alcune delle università che lo hanno sinora sostenuto sono tentate di uscirne. Qualcuno infatti inizia a interrogarsi sugli effetti della scelta di rendere autonoma la Scuola. Con il rischio che Imt finisca per attirare una grande fetta dei finanziamenti per la ricerca di eccellenza, relegando atenei di grande tradizione ad un mero ruolo di insegnamento «di massa».