Margherita:
no all’abrogazione
della riforma Moratti.
da
Tuttoscuola
del 10/11/2005
"L’ordinamento è importante, ma non è tutto. E’
anche per questo che non siamo d’accordo con chi chiede l’abrogazione
della legge Moratti". Lo ha detto
Fiorella Farinelli, responsabile scuola della Margherita, introducendo
un affollato seminario nazionale sul tema "Scuola, formazione, lavoro,
cittadinanza", concluso da Francesco Rutelli dopo un ampio dibattito
che ha confermato in pieno l’impostazione moderata e riformista della
relazione introduttiva.
La linea sulla quale si attesta la Margherita, dunque, si pone in
netta ed esplicita polemica con quella sostenuta dall’ala
abrogazionista dell’Unione, che comprende Rifondazione comunista, il
Partito dei Comunisti Italiani, la minoranza di sinistra dei DS, i
verdi e, a livello sindacale, la CGIL scuola di Enrico Panini. E’
singolare e significativo che nel confronto in corso presso il "tavolo
scuola" dell’Unione siano proprio due ex dirigenti di punta della
CGIL, come Andrea Ranieri e Fiorella Farinelli, a sostenere la linea
riformista, e a contrapporsi al variegato schieramento
politico-sindacale che si riconosce in un altro "tavolo", quello
costituito dal comitato "Fermiamo la Moratti", che trova nel sindacato
scuola della CGIL uno dei suoi principali partner.
Si tratta invece, come è emerso con chiarezza dal seminario della
Margherita, di "dismettere l’idea
inguaribilmente vecchia" che basti
cambiare l’ordinamento per realizzare una vera e profonda innovazione:
l’esperienza della riforma della scuola media – ottima sul piano
ordinamentale ma pessima su quello dei risultati: 4 milioni di
italiani tra i 25 e i 40 anni sono privi del titolo finale – insegna
che non basta cambiare l’ordinamento. Eppure, nota polemicamente
Farinelli, questa fallimentare scuola media
"è come parecchi vorrebbero che fosse l’intero
sistema educativo fino ai 18-19 anni: obbligatoria, unica, eguale per
tutti". Serve invece un’ottica
processuale, con verifiche e aggiustamenti in itinere, una forte
diversificazione dell’offerta, anche nel biennio 14-16 anni, e una
autentica valorizzazione del canale tecnico-professionale, che la
riforma Moratti ha annunciato ma non ha poi saputo realizzare. E il
ripristino di serie prove di valutazione, a partire dalla presenza di
commissari esterni nelle commissioni d’esame.
Nelle prossime settimane vedremo se e quanto di questi punti
programmatici, indubbiamente ispirati a un’ottica gradualista e
pragmatica, saranno recepiti dal "tavolo scuola" dell’Unione.