legambiente scuola news
N. 43, NOVEMBRE 2005
Notizie e commenti sul mondo della scuola

 

Indice

1.       Per ridare fiducia e speranza

2.       Conoscenza bene comune

3.       Linee guida per il portfolio

4.       Germoglia… il seme della cooperazione

5.       Agenda

 

1. Per ridare fiducia e speranza

Le elezioni politiche sono alle porte e dopo il lungo periodo dei no alla riforma targata Moratti è giunto il momento di ripartire, di tornare a parlare di scuola.

Riportiamo, in estrema sintesi, alcune priorità che, a nostro avviso, possono avviare una nuova stagione di fiducia e di speranza nella scuola e nei suoi operatori e che abbiamo inoltrato al tavolo dell’Unione che sta preparando il programma elettorale.

1. Abrogare la legge 53, ed ovviamente i decreti applicativi. E’ un passaggio obbligato per sgombrare il campo da equivoci e dare un chiaro segno che si vuole investire in una scuola per tutti e per tutte, una scuola solidale ed inclusiva, una scuola capace di valorizzare le differenze e di abbattere le disuguaglianze. E’ un passaggio obbligato per fare sensibili e chiari passi verso il miglioramento complessivo del sistema (livello degli apprendimenti, dispersione, soddisfacimento professionale, capacità evolutiva delle scuole, reti tra scuole e tra scuole e territorio, partecipazione degli attori sociali, nuovo ruolo degli studenti, rinnovamento culturale, ecc.) contro una Riforma, che in modo chiaro ed inequivocabile ha proposto una scuola di qualità per pochi e prospetta un Paese complessivamente più ignorante.  –   A questo proposito ci sembra utile sottolineare che nonostante encomiabili percorsi e scelte strategiche, la scuola italiana che ha preceduto l’avvento del centro destra non era riuscita a portare avanti compiutamente il processo di eguaglianza e solidarietà sociale avviato negli anni Sessanta e Settanta e che la crisi di qualità della scuola italiana non è certo un’emergenza degli ultimi anni.

2. Ripristinare il tempo scuola. La Riforma Moratti ha tagliato i tempi della scuola, occorre recuperare il tempo curricolare, tornando alle 30 ore, il tempo pieno e il tempo prolungato, così come concepiti originariamente, garantire gli spazi per il lavoro d’equipe, la ricerca e la sperimentazione, sconfiggere l’idea base della Riforma secondo cui il lavoro dell’insegnante è solo quello frontale in aula. Ma occorre anche ripristinare i tempi verticali dell’apprendimento, eliminando gli anticipi, escludendo la differenziazione dei percorsi, oggi possibile a partire dalla scuola media, e prolungando l’obbligo scolastico.

3. Ampliare l’obbligo scolastico. Va portato immediatamente a 16 anni, prevedendone l’assolvimento solo nella scuola, costruendo successivamente un percorso serio per garantire la prosecuzione dell’istruzione almeno fino a 18 anni, nella prospettiva dell’apprendimento per tutto l’arco della vita.

4. Valorizzare l’autonomia scolastica. Non ha senso enfatizzare la centralità dell’autonomia scolastica se non si garantisce l’organico funzionale e le risorse perequative, garantendo pari opportunità a tutte le aree del Paese. Ma l’autonomia scolastica ha anche bisogno di nuove modalità organizzative e decisionali (non risolvibili con l’imitazione della managerialità delle aziende private), di relazioni partecipative con il territorio, di riconoscimento come sistema di scuole autonome da parte delle altre istituzioni locali e nazionali. Ha bisogno di ricerca e sperimentazione perché è un progetto culturale e pedagogico. Ha bisogno di un corpo professionale consapevole delle proprie responsabilità e della propria dignità culturale.

5. Rinnovare i saperi. La complessità del mondo contemporaneo richiede un profondo rinnovamento del bagaglio culturale di cittadinanza che deve essere posseduto da tutti. Occorrono competenze trasversali, capacità di muoversi nelle aree di confine delle discipline tradizionali, capacità di comprendere i problemi controversi e di misurarsi con le soluzioni complesse, capacità di lavorare in equipe, ecc. Tutto ciò richiede di muoversi con decisione nella direzione opposta a quella disegnata dalle Indicazioni Nazionali del ministro Moratti, intrise di nozionismo e di vecchia cultura (l’episodio dell’evoluzionismo, tutt’altro che risolto, non ne è che l’esempio più eclatante).

6. Sostenere la professionalità. E’ questo, forse, il punto dirimente di ogni azione di rilancio della scuola pubblica italiana: sviluppare la capacità riflessiva dei professionisti della scuola, valorizzare la dimensione comunitaria e di team della professione, riconoscere spazi e tempi per la ricerca e la sperimentazione, accompagnare con efficaci attività di formazione in servizio la nuova indispensabile competenza evolutiva che deve sostanziare una buona autonomia scolastica.

Queste a noi sembrano le priorità essenziali su cui iniziare a lavorare per un programma di governo. Ma queste, come altre priorità, rischiano di restare lettera morta se non si pone la necessaria attenzione ad una macro priorità, se così possiamo chiamarla. Oggi non è possibile pensare a nessuna azione di rinnovamento della scuola che non veda i principali attori coinvolti in prima persona nella costruzione delle motivazioni, degli obiettivi strategici e degli strumenti operativi più significativi. Occorre lanciare un nuovo ciclo di discussione e confronto nel Paese per condividere le finalità del sistema di istruzione e formazione nell’era della globalizzazione e dell’Unità Europea.

 

2. Conoscenza bene comune

E’ questo il titolo del quarto Cantiere che si è tenuto a Roma il 26 novembre scorso, promosso dalle riviste Alternative, Aprile, Carta, Eco Radio, Labour, Nuova Ecologia, Quale Stato. In questo caso, oltre alle riviste promotrici se ne sono aggiunte altre che da anni lavorano nell’area dell’istruzione: Cooperazione Educativa, Ecole, Formazione Ambiente, Insegnare, Valore Scuola, Rete del Nuovo Municipio. L’input che ha ispirato questo e gli altri Cantieri che lo hanno preceduto è quello di poter contribuire a una elaborazione programmatica della sinistra in forma aperta e partecipata. L’idea base di questo Cantiere è stata la conoscenza come bene comune e come fondamento di una cittadinanza democratica universale, “affermazione di un diritto alla conoscenza per tutti coloro che vivono e lavorano nel nostro paese, un diritto da poter esigere nel corso di tutta la vita”.

Filo conduttore della giornata di riflessione e confronto è stato che, dopo lo sfacelo operato dalla riforma Moratti sulla scuola pubblica, è dovere civico ripartire e “sognare che un’altra educazione è possibile”.

E per questa nuova educazione possibile studenti, docenti, ricercatori, esponenti delle associazioni professionali e politici si sono confrontati, divisi in tre gruppi di lavoro.

1. Saperi e diritti di cittadinanza: sono stati messi a fuoco alcuni elementi su cui basare la centralità della formazione pubblica come cardine per la cittadinanza, in antitesi ai processi di privatizzazione del sapere e della cultura.

2. Conoscenza e lavoro: il rapporto della scuola con le attività pratiche non deve essere puramente di tipo addestrativo. Ruolo della scuola e della formazione professionale non devono confondersi, occorre pensare ad una scuola non puramente trasmissiva e frontale nel momento in cui ci si pone come obiettivo l’obbligo a 18 anni.

3. Saperi democrazia territorio: la scuola può essere nel locale un soggetto valido se agisce paritariamente sul territorio, in rete con le altre scuole ed in relazione con l’ente locale, non soggetta ad esso.

Sono emersi i fili conduttori che hanno guidato la discussione nei tre gruppi: obbligo scolastico in un percorso unitario dell’istruzione fino ai 16 anni per estenderlo successivamente ai 18 anni, superamento della logica selettiva, lotta al precariato, maggiori investimenti nella ricerca e in primis cosa oggi si debba studiare. Ma soprattutto la richiesta di una forte discontinuità con le politiche scolastiche del governo Berlusconi.

E al centro la parola chiave per quel sogno possibile: PARTECIPAZIONE!

 

 

3. Linee guida per il portfolio

Con la circolare n. 84 del 10 novembre scorso sono state fornite indicazioni per la definizione e l’impiego del portfolio delle competenze nella scuola dell’infanzia e del 1° ciclo.

La circolare conferma la sostanziale obbligatorietà della compilazione del portfolio e, per evitare il proliferare di strumenti diversi tra scuola e scuola, fornisce un vero e proprio modello che di fatto è vincolante.

Tre le sezioni che vengono indicate:

  • parte strutturata e obbligatoria, che comprende: dati anagrafici, documento di valutazione, attestato di ammissione alla classe successiva, certificazione delle competenze, consiglio di orientamento;

  • parte obbligatoria ma a strutturazione libera, autonomamente elaborata dalle scuole, che comprende: registrazione delle osservazioni sistematiche del bambino (scuola dell'infanzia), documentazione significativa delle attività educative e didattiche svolte dall'alunno, documentazione dei processi di maturazione personale dell'alunno e osservazioni dei docenti, modalità di partecipazione/autovalutazione dell'alunno, modalità della cooperazione delle famiglie al processo educativo dell'alunno;

  • parte consigliata e rimessa alla libera strutturazione, come, ad esempio, l'autopresentazione e/o presentazione dell'alunno, la biografia con narrazione delle esperienze significative dell'alunno.

“Per le istituzioni scolastiche che per questo anno scolastico hanno già operato proprie scelte per la predisposizione del portfolio, la modulistica predisposta dal Ministero potrà essere utilizzata con opportuni adattamenti, nel rispetto dei principi e delle finalità del Portfolio. Sarà in ogni caso necessario che le istituzioni si attengano fedelmente alle voci la cui compilazione è vincolante, con l'obiettivo che la modulistica vada, comunque, a regime in coincidenza con la completa estensione della riforma a tutte le classi del primo ciclo, in modo da consentire anche di verificarne l'efficacia e la piena rispondenza alle finalità della legge”.

Viene così annullato tutto il lavoro che molte scuole avevano fatto approfondendo gli aspetti della documentazione didattica dei processi di apprendimento degli alunni cercando di riportare il portfolio all’interno della dimensione della ricerca di una “valutazione autentica” del processo educativo.

E alla domanda di chi sia la responsabilità di compilare il portfolio il Ministro risponde che “i docenti dell’equipe pedagogica… concorrono alla compilazione del portfolio coordinati dal docente tutor”. Un’ulteriore forzatura verso l’introduzione del docente tutor. Ricordiamo che il tavolo contrattuale per la definizione del docente tutor non ha più ripreso i lavori e che i fondi stanziati per il lavoro aggiuntivo di tale docente si sono persi nei meandri delle continue sforbiciate del Ministro Tremonti alle risorse destinate alla scuola pubblica.

 

4. Germoglia… il seme della cooperazione

Anche per il 2006 Germoglia è dedicata al progetto "Una Scuola per amica"

L’epidemia di aids che sta decimando l’Africa, oltre al dramma diretto causato dall’incidenza della malattia, produce anche una serie di conseguenze sociali altrettanto drammatiche. Fra queste, il problema degli orfani è sicuramente uno dei più rilevanti. A Shewula, una comunità di mille famiglie di agricoltori-allevatori disseminante lungo l’altopiano delle Lubombo Mountains in Swaziland, dove più del 40% della popolazione adulta è siero positiva, il numero degli orfani aids cresce continuamente. 

Con l’aiuto che ha ricevuto negli ultimi anni da parte di Legambiente e di altri partner, la comunità di Shewula ha costruito un sistema di welfare per gli orfani di aids interamente gestito dalla comunità. Lo scopo del programma di assistenza agli orfani è di garantire a tutti i bambini della comunità il diritto all’educazione, alla salute, al cibo e alla casa: senza costruire orfanotrofi, ma mobilitando tutte le risorse umane, organizzative, sociali e naturali di cui dispone.

Germoglia 2006, al costo di 12 euro, la trovi in libreria, nel bazar di Legambiente o puoi richiederla direttamente all'editore. 

Per ulteriori informazioni:

Legambiente Ragazzi ragazzi@mail.legambiente.com tel.0686268352

Legambiente Bazar bazar@mail.legambiente.com tel. 0686268389

 

5. Agenda

Mal’Aria

Dal 4 all’11 dicembre e dal 22 al 29 gennaio iniziative in tutta Italia con Mal’Aria, la campagna delle lenzuola bianche appese alle finestre in segno di protesta contro lo smog che intossica i nostri centri urbani.  Iniziamo il 5 e il 6 dicembre monitorando parcheggi selvaggi, corsie preferenziali occupate da auto private e scorrettezze varie insieme al funzionamento del trasporto pubblico. Il 25 gennaio, Trofeo Tartaruga: lo stesso percorso per mezzo pubblico, auto privata e bici…chi arriverà primo?

E tante iniziative ancora per dire a pieni polmoni NO ALLO AMOG!

Per informazioni: campagne@mail.legambiente.com

 

Roma, 28 gennaio 2006

Primo: abrogare la Moratti; secondo…

Idee e proposte, dalla scuola e dalla società, per ricominciare a costruire una scuola democratica secondo Costituzione.

Il Tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti” invita gli insegnanti, i genitori, gli studenti, le organizzazioni sociali, il mondo della cultura, le forze politiche a discutere sul futuro della scuola italiana.

 

 

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