La Gilda mobilitata sui problemi della scuola.

«Lavoratori precari: vergogna nazionale».

di D. B. da Il Gazzettino di Treviso del 9/3/2005

 

 Nessuna novità sul fronte de rinnovo del contratto per il personale della scuola, scaduto il 31 dicembre 2003. Nessuna trattativa, nessuno stanziamento previsto nella legge finanziaria. Niente di niente. Sconforto diffuso invece tra gli insegnanti costretti a fare quadrare i bilanci con una retribuzione ferma al 2003. E a fare i conti con una scuola che vive una fase di complesse e problematiche trasformazioni, dettate dalla riforma Moratti. «Una riforma - ha detto a chiare lettere Alessandro Ameli, coordinatore nazionale Gilda, intervenuto alcuni giorni fa in un'assemblea sindacale all'auditorium Modigliani - il cui obiettivo principale è risparmiare, tagliare, ridurre, contrarre. Affidando il compito dell'istruzione in modo sempre più massiccio all'impresa privata».

«Si tratta - ha spiegato - di un progetto che in buona sostanza intende rinunciare alla scuola in quanto istituzione dello Stato, motore di crescita e di sviluppo culturale, economico e sociale del Paese. Questa riforma taglia le ore di insegnamento "in verticale", cioè riduce il monte ore di alcune materie, introduce insegnamenti opzionali che, nell'ottica del risparmio, progressivamente sono destinati comunque a scomparire».

 

Ameli si è soffermato a lungo sull'analisi delle numerose questioni lasciate aperte dalla riforma per le superiori che dovrebbe diventare applicativa a partire dal 2006. Ma i problemi sulla scena sono anche altri: è da risolvere la "vergogna nazionale" dei 120.000 lavoratori precari, i professori neo assunti, dovranno poi, fare i conti con un nuovo iter di formazione e con un sistema di reclutamento.

 

Per il prossimo futuro - ha spiegato Giorgio Quaggiotto coordinatore provinciale - sono previste iniziative di protesta e azioni per informare i parlamentari e i candidati alle elezioni regionali, che sono invitati a farsi carico delle questioni riguardanti il futuro della scuola.