Passa la devolution al Senato. L'opposizione abbandona l'aula al momento del voto. Commenti di fuoco della CislScuola: "devolution=scuola allo sbando". Di segno opposto le dichiarazioni dell'Anp. di Reginaldo Palermo da La Tecnica della Scuola del 23/3/2005
Fra le proteste dell'opposizione che al momento del voto ha abbandonato l'aula, il Senato ha approvato il disegno di legge di riforma della Parte II della Costituzione. La riforma riguarda anche la scuola, dal momento che l'art. 117 della Costituzione viene così riscritto: "Spetta alle Regioni la potestà legislativa esclusiva nelle seguenti materie: …… b) organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche; c) definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione ……………" Immediate le prese di posizione da parte dei sindacati Durissimo il commento di Francesco Scrima, segretario nazionale di CislScuola che fa addirittura l'equazione "devolution=scuola allo sbando" "Il disegno di legge - dichiara Scrima - prefigura uno scenario destabilizzante per la scuola italiana. Intravediamo in questa pessima riforma costituzionale un serio pericolo per la scuola del nostro Paese, minacciata nella sua unità culturale e nella sua identità nazionale da una deriva localista" A farne le spese, sostiene Scrima, sarà soprattutto la scuola del sud Italia. Di segno opposto la posizione dell'Anp. "Per noi è positivo il fatto che il testo attuale della legge reciti esplicitamente che viene fatta salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche - sottolinea Valentino Favero, membro della segreteria nazionale - E poi secondo noi non è importante a chi spetti la gestione delle scuole e del personale; anzi bisogna dire che in quelle realtà in cui la gestione è in mano alle regioni, il personale è pagato meglio e quindi è più soddisfatto".
"Ci spiace invece - precisa Favero - che non sia
esplicitato il riferimento alla possibilità delle scuole di decidere
autonomamente su una quota oraria del curricolo". E poi, per diventare legge dello Stato, il provvedimento dovrà anche essere sottoposto a referendum consultivo: in caso di voto contrario tutto il lavoro del Parlamento risulterebbe del tutto inutile e la Costituzione non potrebbe essere modificata. |