La linea del governo illustrata

dal consigliere economico di Palazzo Chigi, Renato Brunetta.

«Il contratto degli statali dopo le elezioni»

La Lega si allinea: bene 95 euro

da Il Corriere della Sera del 31/3/2005

 

MILANO - Chiudere dopo le elezioni il contratto degli statali e «aprire contemporaneamente il processo di riforma degli assetti contrattuali. Ciò vale sia nel settore pubblico che nel privato». A illustrare la linea del governo è il consigliere economico di Palazzo Chigi, Renato Brunetta, nel corso del suo intervento all'assemblea sul pubblico impiego promossa da An, Udc e Forza Italia.

Brunetta ha ricordato che oggi vige «ancora un assetto contrattuale legato all'accordo di luglio. Il sistema doveva essere sperimentale - ha aggiunto -, ma il governo di sinistra non è stato in grado di cambiare quella metodologia. È un modello contrattuale basato ancora sull'inflazione programmata quando il mondo è cambiato, c'è l'euro, l'inflazione è sotto controllo. La camicia forzata dell'inflazione programmata, pertanto, non regge più. D'Alema non riuscì a cambiare gli assetti contrattuali». Secondo Brunetta, dunque, è da sposare l'idea di legare la chiusura del contratto degli statali 2004-2005 (per il quale già sono stati stanziati 6 miliardi dal governo) a processi di riforma dei sistemi contrattuali, con l'intesa con i sindacati. A suo giudizio, dentro un processo di riforma delle relazioni industriali si potranno trovare anche risorse aggiuntive per il contratto. Brunetta ha ricordato, infine, che anche il superamento della scala mobile a suo tempo avvenne prima per il settore pubblico e poi per il privato.

 

CALDEROLI: SUFFICIENTI 95 EURO - «Ovviamente si tratta di un lapsus, intendevo 95 euro»: il ministro delle Riforme Roberto Calderoli ha chiarito che parlando del contratto degli statali intendeva dire che non c'è motivo di superare i 95 euro di aumento, la cifra cioè proposta dal premier Berlusconi.

Roberto Calderoli, ministro delle Riforme, continua a mantenere la linea dura e a sostenere che l’aumento retributivo degli statali non deve andare oltre gli 95 euro: «Negli ultimi 5 anni l’aumento di stipendio degli statali è stato pari al 13,1% - ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se il Carroccio intendesse ammorbidirsi e andare incontro alle richieste dei sindacati - per i privati, invece, c’è stato un aumento del 10,9%. Tanti contratti sono stati rinnovati con aumenti da 60 a 83 euro, non si vede perché si debba andare al di là degli 95 euro per gli statali».

Per Calderoli già un aumento di 95 euro rappresenta comunque «qualcosa in più rispetto a qualsiasi altra struttura del privato». Sull’argomento quindi «non vedo perché la Lega dovrebbe fare un passo indietro. Che gli alleati - ha concluso il ministro - abbiano maggiore interesse elettorale in quel settore è legittimo, ma noi della Lega dobbiamo tutelare gli interessi di tutti».