Uno sciopero difensivo.

da TuttoscuolaNews  N. 190, 21 marzo 2005

 

Secondo il segretario della Cgil FLC, Enrico Panini, "Il Ministero dà i numeri sull'adesione allo sciopero della scuola". Per la verità non risulta che il MIUR abbia pubblicato, a differenza di altre volte, le percentuali di adesione allo sciopero da parte del personale della scuola. Lo ha fatto, invece, il Ministro delle Funzione Pubblica, che
ha quantificato l'adesione complessiva dei pubblici dipendenti nella modesta misura del 16.8%.

Invece, secondo la CGIL, nella scuola ha scioperato il 60%, e "la percentuale fornita dal Ministero è dello stesso genere degli impegni ad investire risorse sulla scuola pubblica garantiti ad ogni piè sospinto dal Governo: completamente inattendibile".

Anche per la CISL scuola la proposta del Governo (incremento salariale del 4.7%) "resta irrisoria". Il segretario Francesco Scrima parla addirittura di "indignazione espressa oggi dai lavoratori della scuola".

Eppure i margini di trattativa per i sindacati sono esigui. I problemi economici dei pubblici dipendenti, di fronte ad altre questioni - come quella della crisi di competitività del sistema Paese - rischiano di essere percepiti come meno rilevanti e urgenti. Anche perché, a conti fatti, il settore pubblico si è difeso meglio di quello privato nelle ultime tornate contrattuali, e le risorse da destinare al settore dovrebbero per forza di cose essere sottratte ad altri impieghi, giudicati dal Governo più strategici (innovazione, ricerca e sviluppo, riduzione del carico fiscale in funzione del sostegno alla domanda interna). Da questo punto di vista, l'8% di aumento chiesto da CGIL-CISL-UIL (9% dalla CONFSAL) sembra un obiettivo in questo momento difficilmente raggiungibile.

Vedi una stima dei possibili incrementi mensili per categoria e anzianità.