200 mila immissioni in ruolo:

atto dovuto o coraggio del ministro?

da Tuttoscuola del 5/3/2005

 

L’annuncio del ministro Moratti che il Governo ha autorizzato la predisposizione di un piano per l’immissione in ruolo di 200 mila precari ha preso alla sprovvista il mondo della scuola, creando reazioni di segno nettamente opposto: precari in festa e sindacati diffidenti.

I sindacati ricordano che la legge 143 di questa estate ha esplicitamente previsto un Piano pluriennale di nomine: "Con decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con i Ministri per la funzione pubblica e dell'economia e delle finanze, è adottato, entro il 31 gennaio 2005 un piano pluriennale di nomine a tempo indeterminato che, nel corso del prossimo triennio, consenta la copertura dei posti disponibili e vacanti".

La legge prevede anche che annualmente vengano previsti nella legge finanziaria gli oneri necessari per l’attuazione del piano. La Finanziaria 2005 ha taciuto in merito, ma è noto che nell’immediato le immissioni in ruolo dei docenti non comporterebbero un maggior onere, essendo uguale il trattamento retributivo dei neo immessi in ruolo e dei docenti annuali che li sostituiscono. Semmai i maggiori oneri si riscontrano con la progressione di carriera.

Quello del ministro è, per i sindacati, un atto dovuto e, anzi, tardivo, visto che il piano avrebbe dovuto essere adottato entro il 31 gennaio scorso.

Negli ambienti ministeriali si fa notare che la legge parla di triennio, mentre nelle intenzioni del ministro vi dovrebbe essere una immissione in ruolo per un quinquennio. Qualcosa di diverso, dunque, di quanto preveda la legge.

Perché – si è chiesto qualcuno – questo exploit, quando si poteva già decidere prima?
Un’ipotesi è che sia mutato il rapporto tra ministro dell’istruzione e ministro dell’economia, favorito forse dal cambio della guardia Tremonti-Siniscalco, al punto che le insistenze della Moratti hanno avuto ragione della pregiudiziale che vedeva una dilatazione di spesa per il personale di ruolo dell’istruzione senza considerare che comunque quella spesa c’era già per assumere il personale precario in sostituzione.