Secondo ciclo

1. Scosse di assestamento.

da TuttoscuolaNews N. 198, 9 maggio 2005

 

Chissà se la versione numero nove della bozza di decreto legislativo sul secondo ciclo (nove come le sinfonie di Beethoven, il ministro potrebbe accontentarsi) sarà anche l'ultima. Il fatto che essa specifichi, all'ultimo articolo, anche la copertura finanziaria (quasi 25 milioni di euro per il 2006 e oltre 68 a decorrere dal 2007) fa pensare che il testo dello schema di decreto fosse stato predisposto per poter essere approvato, in prima lettura, dal Consiglio dei ministri dello scorso venerdì 6 maggio.

Ma così non è stato: forse si è resa necessaria qualche ulteriore limatura tecnica, ma puo' anche darsi che la Moratti abbia preferito attendere il via libera formale di tutti i partiti della maggioranza prima di presentare il testo in Consiglio, ad evitare sorprese da parte di qualche ministro (l'UDC a suo tempo, di fronte alle prime bozze, aveva dichiarato per bocca del ministro Giovanardi, di non riconoscervisi "neanche lontanamente").

Si tratta, comunque, di scosse di assestamento, di aggiustamenti su un modello interpretativo del secondo ciclo che, dopo una iniziale esitazione, ha decisamente virato verso l'inserimento della ex istruzione tecnica all'interno dell'area liceale, come mostrano i numerosi tipi di indirizzo (con ulteriori varianti curricolari a scelta dello studente) e i relativi quadri orari nei quali si articolano i licei tecnologico ed economico nell'ultima versione della bozza di decreto, resa subito pubblica dai siti sindacali (si veda, per esempio, quello della Gilda ).

Se qualche ritocco in extremis ci sarà, andrà nella direzione di una maggiore visibilità della subarea tecnico-professionale rispetto a quella formata dai licei generalisti (classico, scientifico, linguistico, delle scienze umane). Già in questa direzione va la differenziazione dell'orario, che per la prima raggiunge le 34-35 ore settimanali, mentre per la seconda non supera le 29-31.

 

 

2. Il "campus" salvacattedre

La campagna dei sindacati sulle decine, se non centinaia di migliaia di cattedre che sarebbero saltate con l’attuazione della riforma del secondo ciclo ha dato i suoi frutti. E non solo perché nelle più recenti bozze del decreto sono state ripristinate, per esempio, le due ore settimanali di educazione fisica. O perché, dopo i primi tentativi di contenere l’orario obbligatorio sotto o almeno entro le 30 ore settimanali, si è progressivamente arrivati alle 34-35 dei licei tecnologici ed economici, fino alle 38 del liceo artistico.

Nella bozza datata 27 aprile 2005, e in quelle successive (l’ultima è di giovedì scorso, 5 maggio), compare infatti all’art. 27, comma 2, una norma di salvaguardia delle dotazioni organiche, che vengono confermate al livello raggiunto nell’anno scolastico 2005-2006 (organico di diritto) fino alla completa attuazione della riforma, che andrà a regime nel 2010-2011, cinque anni dopo il primo avvio (settembre 2006).

Significativo appare inoltre il fatto che la norma riguardante i cosiddetti "campus" sia stata anticipata all’art. 1 (comma 14), mentre in precedenza stava semioccultata in uno degli ultimi articoli. Ecco il testo: "I percorsi del sistema dei licei e quelli del sistema di istruzione e formazione professionale possono essere realizzati in un’unica sede, anche sulla base di apposite convenzioni tra le istituzioni scolastiche e formative interessate". Se ci sarà l’accordo con le Regioni (e con i sindacati), questo significa che nelle stesse sedi, e con gli stessi insegnanti, potranno essere realizzati percorsi liceali quinquennali e percorsi tri-quadriennali a carattere professionale, con il pieno recupero del personale docente e ITP attualmente inserito negli istituti professionali, in alcuni tecnici ad elevata specializzazione e negli istituti d’arte.