Il prestigio degli insegnanti.
di Velivolans, da
ReteScuole
dell'8/5/2005
Ancora una volta prendo spunto dal libro “Le vestali della classe
media” di Barbagli e Dei per riflettere sulla percezione che gli
insegnanti hanno dell’opinione pubblica in merito alla loro
professione e sull’importanza che effettivamente assume il proprio
ruolo.
L’indagine non dà conto dei cambiamenti che sono avvenuti negli ultimi
decenni, ma sembra comunque utile per avviare una riflessione sulla
coscienza che la categoria ha di sé.
Di seguito trascrivo alcuni stralci dal testo:
“Per quanto riguarda il primo aspetto (la percezione), i dati da noi
raccolti mostrano che la stragrande maggioranza degli insegnanti
sottovalutano il prestigio sociale della loro professione, cioè
pensano di avere un prestigio minore di quanto abbiano effettivamente,
Infatti, mentre l’opinione pubblica italiana colloca l’insegnante al
quinto posto nella scala considerata, tre intervistati su quattro sono
dell’avviso che l’opinione pubblica metta la loro professione dopo il
quinto posto....
Completamente diversa è la concezione che gli insegnanti hanno del
proprio prestigio professionale. La sottovalutazione nella percezione
del prestigio è infatti accompagnata, nei nostri intervistati, da una
tendenza a sopravvalutare la propria condizione professionale, cioè a
ritenerla più importante e più degna di considerazione sociale di
quanto non faccia in genere l’opinione pubblica....circa un
intervistato su tre è addirittura dell’avviso che nella gerarchia
delle occupazioni l’insegnante medio-inferiore dovrebbe occupare il
primo o il secondo posto....
Ciò che comunque ci preme sottolineare è che le due contrastanti
tendenze degli insegnanti a sottovalutare il prestigio di cui pensano
di godere ed a sopravvalutare quello che vorrebbero avere è un
evidente indice della loro profonda insoddisfazione per questo
importante aspetto della loro professione. Questo squilibrio tra
aspirazioni ed aspettative, fra concezione e percezione del proprio
prestigio professionale si trova nell’80% degli intervistati ed è
fortissimo nel 28% dei casi, nei quali si registrano differenze di
cinque o più posizioni.
Inoltre gli insegnanti hanno la netta sensazione che negli ultimi anni
il loro prestigio sia fortemente diminuito. Dunque gli insegnanti
pensano che la funzione che svolgono, e che unanimemente considerano
come una tra le più importanti, venga del tutto disconosciuta dalla
nostra società. Tutti i dati che abbiamo fino ad ora riportato e le
affermazioni fatte durante le interviste stanno a testimoniare che gli
insegnanti soffrono di una profonda insicurezza di status. E’
l’insicurezza che nasce dal timore dell’ascesa di nuovi gruppi sociali
e dalla conseguente minaccia di declassamento del proprio ceto....In
questi casi l’ideologia difensiva degli insegnanti si basa sulla
contrapposizione fra cultura e ricchezza, fra “valori interiori” e
“valori esteriori, fra “spirito” e “materia”...
Ma il processo di estensione dell’istruzione alle classi sociali
inferiori minaccia di togliere all’insegnamento anche quest’ultima
arma, anche quest’ultima caratteristica distintiva.”
Nelle politiche della destra c’è sicuramente coscienza di questa
realtà e la riforma Moratti coerentemente punta sull’introduzione del
doppio canale anche per rispondere alla paura di declassamento dei
ceti medi e degli insegnanti in particolare.