Otto licei, 18 indirizzi:

le nuove superiori.

Via libera del governo al doppio percorso con l’istruzione professionale.

Moratti: «Si chiude la riforma».

di Giulio Benedetti  da Il Corriere della Sera del 28/5/2005

 

ROMA - «Con questo provvedimento - annuncia Letizia Moratti - si chiude la riforma della scuola». Il consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura il decreto delle superiori, l’ultima tessera del puzzle della nuova scuola. Ora il testo andrà alla Conferenza Stato-Regioni e in Parlamento. Ma per lei, lo ha sottolineato due volte, il difficile lavoro avviato quattro anni fa è terminato. Nel decreto c’è il cuore della riforma. Il testo definisce nei dettagli il futuro assetto della scuola di competenza statale, i 18 indirizzi degli otto licei, che includono anche i tecnici. Per quanto riguarda la seconda gamba del sistema, la vera novità, un percorso di istruzione e formazione professionale regionale annunciato di pari dignità, il decreto dice soltanto quali sono i livelli essenziali che dovranno essere assicurati dalle istituzione formative. «Si tratta di un decreto ordinamentale, che non tocca i trasferimenti di competenze alle regioni», ha spiegato il ministro.


LE REGIONI - Questo pezzo di scuola è tutto da definire: indicazione delle risorse, programmi, personale, criteri di passaggio dalle scuole statali alle regionali e viceversa, le cosiddette passerelle. E il tempo stringe. Le nuove superiori dovrebbero partire dal 2006-07, una data mai smentita. Impensabile, secondo alcuni esperti, un avvio regolare, dal momento che le istituzioni scolastiche, soprattutto quelle del secondo ciclo, preparano l’anno almeno dieci mesi prima. Mancherebbe, insomma, per il prossimo gennaio, quando le famiglie dovranno decidere, un quadro completo dell’offerta formative nella parte dell’istruzione e formazione. C’è chi paventa spostamenti anomali di iscrizioni per mancanza di chiarezza.


I LICEI - « La riforma della secondaria mantiene la tradizione dei licei storici ma introduce anche una forte innovazione con licei più moderni: i licei economici, tecnologici, che vanno incontro alle esigenze di una società che cambia». Così il ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti. Il numero delle ore e le discipline non hanno subito stravolgimenti. Resta aperta la discussione - potrebbe riaccendersi in Parlamento - sulla licealizzazione dei tecnici. Non è una novità. La riforma, però, riduce ancora un po’ lo spazio dei laboratori. Per dare una risposta alle esigenze delle aziende è stata introdotta la novità del «Campus», un centro polivalente nel quale confluiscono i percorsi dei licei tecnologici e dell’istruzione e formazione professionale regionale. Una soluzione organizzativa, ha spiegato il ministro Moratti, che «intensifica il raccordo con il mondo produttivo».


INGLESE E COMPUTER - Si punta ovunque a raggiungere un livello di padronanza dell’inglese più elevato rispetto all’attuale. Nel quinto anno una delle discipline non linguistiche avverrà nella lingua veicolare per eccellenza. È anche prevista, tra gli insegnamenti obbligatori a scelta dello studente, una seconda lingua comunitaria. Novità anche per l’informatica: al termine dei primo biennio dei licei gli alunni conseguiranno un «patentino informatico».


COMMENTI - «Con il decreto sul secondo ciclo è stata finalmente completata la nuova architettura della scuola secondaria - dice il vicepresidente di Confindustria con delega all’education, Gianfelice Rocca -. Sarà necessario uno stretto collegamento con il territorio, anche attraverso i centri polivalenti per favorire una vera e consistente autonomia delle scuole e per facilitare il colloquio con le imprese. C’è ora da augurarsi che l’iter del decreto vada avanti speditamente». «Moratti ha fretta di chiudere, di salvarsi l’anima dicendo che la riforma scolastica è fatta», dichiara la senatrice della Margherita Albertina Soliani. «Il decreto è stato approvato nonostante l’evidente strappo istituzionale con il sistema delle Regioni - sostiene Andrea Ranieri, responsabile scuola Ds - e ciò pone in serio dubbio la stessa costituzionalità del provvedimento». «Una grande vittoria di An - sostiene il senatore Giuseppe Valditara - perché è stato salvaguardato il carattere nazionale dell’istruzione tecnica che rimane, dunque, nel circuito statale».