Generalizzazione scuole infanzia.

Continua il confronto Anci-Miur.

da Tuttoscuola del 12 maggio 2005

 

"Generalizzazione della scuola dell’infanzia" è un’affermazione di principio, più che un progetto preciso, contenuta nei grandi disegni di riforma del sistema di istruzione di questi anni.

Lo affermava solennemente la legge sui cicli di Berlinguer (La Repubblica assicura la generalizzazione dell'offerta formativa di cui al comma 1 e garantisce a tutti i bambini e le bambine, in età compresa tra i tre e i sei anni, la possibilità di frequentare la scuola dell'infanzia); lo afferma quasi con le medesime parole la legge di riforma Moratti (È assicurata la generalizzazione dell'offerta formativa e la possibilità di frequenza della scuola dell'infanzia).

Ma dal dire al fare ... ci sono di mezzo montagne di risorse finanziarie da scalare e obiettivi ancora da definire.

Tra il ministero dell’Istruzione e l’Associazione dei Comuni (Anci) è stato varato un tavolo tecnico di confronto per passare alla effettiva attuazione della generalizzazione, ma per il momento non si è andati al di là di confronti preliminari.
La Commissione istruzione dell’Anci è ritornata sul problema (www.anci.it) precisando che, a suo parere, per "generalizzazione" si deve intendere l’opportunità, offerta a tutti i bambini, di avere una scuola anche laddove non se ne senta la mancanza e quindi non appaiano liste di attesa, la cui copertura è invece l’unico obiettivo dichiarato del Miur.

Alcuni Uffici Scolastici Regionali, secondo l’Anci, non considerano tra le liste di attesa le richieste di istituzione di sezioni che non raggiungano i 15 utenti e molte sezioni della scuola dell’infanzia statale vengono frequentemente portate ad accogliere 28 bambini anche in presenza di piccoli.

Sembra di capire, insomma, che l’Anci chiede di puntare sul potenziamento e sulla razionalizzazione dell’offerta dei servizi per l’infanzia, anziché subire gli effetti della domanda che proviene dal territorio.